di Mariella Lentini*
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Secondo una leggenda Alessio nasce nel IV secolo a Roma. I genitori Eufemiano (senatore dell’impero) e Aglae sono nobili e ricchissimi. Il padre è buono d’animo e tutti i giorni ospita orfani, vedove, poveri e pellegrini ai quali offre il pranzo. Dopo tante preghiere, nasce il loro unico figlio, Alessio. Diventato adulto, viene scelta per lui una sposa degna del suo rango, ma Alessio capisce che il matrimonio non fa per lui.
La prima notte di nozze spiega alla sua sposa di voler restare casto e decide di andare via da casa. Porta con sé una parte delle sue ricchezze e raggiunge Edessa (Siria). Indossa solo stracci, regala ai poveri i suoi averi e chiede l’elemosina sulle scale della Chiesa di Maria Madre di Dio. Di quello che racimola tiene per sé lo stretto necessario per sopravvivere, il resto lo distribuisce ai poveri che lo chiamano “Uomo di Dio”. I genitori lo fanno cercare dai servi dappertutto. Arrivati ad Edessa i servi non riconoscono il figlio del padrone in quel mendicante davanti alla chiesa.
Trascorsi diciassette anni, il quadro della Madonna dentro la chiesa si mette a parlare e chiede al custode di fare entrare in chiesa l’uomo gradito a Dio che sta sulle scale. L’eco del prodigio si diffonde in città. Alessio, per evitare la notorietà, fugge verso Tarso (Turchia), ma la nave approda sulla spiaggia di Ostia (Roma). Allora si reca a Roma e bussa alla porta del padre chiedendo di essere accolto come un povero pellegrino. Il patrizio non riconosce in quello straccione il figlio a lungo cercato e anche la madre non capisce la verità. In ricordo del figlio, il senatore lo ospita nel suo sottoscala mentre i servi lo scherniscono.
Alessio sopporta tutto con pazienza per diciassette anni. Quando capisce che sta per morire, decide di scrivere la storia della sua vita. Muore, intorno al 412, stringendo nella mano il foglio da lui scritto. Le campane suonano da sole e una voce dal Cielo dice di cercare l’Uomo di Dio nella casa di Eufemiano. Tutti accorrono, anche il papa e gli imperatori. Sul foglio tenuto nella mano di Alessio viene scoperta la sua vera identità.
Il corpo viene portato nella Chiesa di San Bonifacio (oggi intitolata anche a Sant’Alessio), e si narra che durante il tragitto chi toccava il feretro guariva da ogni malattia. In questa chiesa, dove molte coppie oggi chiedono di sposarsi, è collocata una parte della scala sotto la quale dormiva Alessio, ritenuto il patrono dei mendicanti.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”