Il vescovo ausiliario di Astana, in Kazakistan, Athanasius Schneider interviene sul tema della intercomunione chiarendo che «la Chiesa deve essere molto chiara con i protestanti, non nascondendo nulla. Leggiamo nel documento del Concilio Vaticano II che il vero ecumenismo non è irenismo, ma un dialogo sincero in cui non ci nascondiamo nulla della nostra identità».
Ogni gesto che «non è chiaro, non è sincero, è ambiguo e non potrà mai aiutare il vero ecumenismo ad ogni livello». I pastori della Chiesa deve stare «molto attenti nei loro pronunciamenti e non creare ambiguità e confusione tra la gente, portandoli a credere che la dottrina cattolica e quella dottrina protestante siano fondamentalmente le stesse, con solo piccole differenze».
«Tutte le verità della Chiesa Cattolica sono le verità del Vangelo». Relativamente alle recenti parole del Papa sul tema, monsignor Schneider ha detto che «è importante non esagerare l’infallibilità dei papi. Nei suoi soliti gesti ed espressioni, il Papa non intende obbligare o imporre ai fedeli di credere a quello che sta esprimendo. Sono convinto che il Papa Francesco non è contro quando qualcuno gli dice: “Santo Padre, io non sono d’accordo con questa espressione”. Penso che abbiamo bisogno di un clima di dialogo libero da intimidazione. In caso contrario, questo sarà un clima di dittatura, e credo che a Papa Francesco non piaccia essere considerato il creatore di un clima da inquisizione, da dittatura o da persecuzione contro chi esprime pensieri e pareri motivati».
Matteo Orlando
Eccellenza, riconosciamo dunque che non è la Chiesa in sé, ma il Papa a dover essere più chiaro: questi “problemi” infatti non esistevano prima di quella dichiarazione malriuscita da parte di Francesco.