di Mariella Lentini*
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Giovanna è una bambina fortunata. Suo padre, uomo politico ricco e potente, è il nobile Benigno Frémyot. Nasce a Digione (Borgogna, Francia) nel 1572 e purtroppo perde la mamma quando è ancora una bambina. Il padre è affettuoso. La educa a essere buona e caritatevole. Sa essere anche severo, quando è necessario, e tenere testa alle ribellioni tipiche dell’adolescenza, senza entrare in conflitto con la figlia. Giovanna è una bella ragazza e a vent’anni si sposa con il barone de Chantal Cristoforo II. È un matrimonio d’amore e dalla felice unione nascono sei figli. Giovanna è una dolce moglie e un’amorevole madre e sa condurre il nobile palazzo con saggezza. La servitù la adora per la sua bontà d’animo.
Quando il marito si assenta dalla lussuosa tenuta, Giovanna indossa abiti modesti e porta conforto e aiuto ai poveri e agli ammalati, donando loro del denaro. Durante la grave carestia che nel 1600 colpisce la Borgogna, Giovanna, con il consenso del bravo marito, apre le porte del suo castello a malati ed affamati. Fa costruire pure un altro forno per distribuire gratuitamente il pane a tutti quelli che lo chiedono. E tutto questo nonostante i malumori e le critiche che deve subire da parte di tanta gente egoista.
Giovanna ha ventinove anni quando il marito muore durante un incidente di caccia. Il suocero minaccia di diseredare i nipoti e la costringe a trasferirsi con i figli presso il suo palazzo, dove una governante dispotica le rende la vita difficile. La giovane vedova non intende risposarsi e per il bene dei suoi figli sopporta tutto. Nel suo animo, però, inizia a farsi strada il desiderio di dedicarsi completamente a Dio. Nel vescovo di Ginevra Francesco di Sales – futuro santo patrono dei giornalisti per il suo diffondere messaggi attraverso fogli scritti, metodo inusuale per quei tempi – trova la persona che la porterà a realizzare le sue aspirazioni.
Durante un incontro a Digione tra i due nasce una grande intesa spirituale, un amore puro che porterà tanti frutti. Insieme nel 1610 fondano le case della Visitazione di Santa Maria composte da donne anche anziane e fragili, le cosiddette “visitandine” impegnate a pregare e a curare gli ammalati. Giovanna sa che i suoi figli ormai sono autonomi. Diventa suor Francesca e quando nel 1622 muore Francesco di Sales, viaggia incessantemente per fondare nuove case della Visitazione. Finisce i suoi giorni nel 1641, a Moulins, lasciando alla Francia in eredità 86 monasteri.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”