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di Mariella Lentini*

Matteo è un esattore delle tasse al servizio di Erode, al tempo in cui vive Gesù. Svolge il suo lavoro, mal visto se non disprezzato dal popolo, a Cafarnao, in Palestina. Matteo, infatti, raccoglie le tasse per conto dell’occupante Impero romano che sfrutta la povera gente. Per Matteo il denaro ha molta importanza e nel suo cuore indurito e avaro non c’è posto per altro, ma un giorno Gesù lo incontra dietro al suo banchetto mentre conta il denaro appena raccolto. Lo guarda, gli rivolge la parola e gli dice di alzarsi e di seguirlo. Basta questo per fargli cambiare vita. L’esattore ubbidisce all’istante, si alza dalla sua postazione e segue Gesù: si converte, abbandona tutto (famiglia, lavoro, amici) e, diventato generoso e altruista, entra a far parte del gruppo dei dodici apostoli.Matteo dà l’addio alla vecchia vita offrendo un banchetto ai suoi amici, peccatori come lui, a cui partecipa anche Gesù. Il Maestro intende così dimostrare di essere venuto sulla Terra per aiutare i peccatori a pentirsi e a cambiare comportamento e non solo per i buoni e i giusti. Matteo per tre anni segue il Maestro nella sua predicazione, e dopo la sua morte e resurrezione, scrive uno dei quattro Vangeli, descrivendo gli eventi di cui è stato diretto testimone. Matteo vede i miracoli compiuti da Gesù, come la moltiplicazione dei pani e dei pesci, ascolta le sue prediche e assiste alla sua resurrezione.Secondo alcune versioni, per sfuggire alla persecuzione dei cristiani, l’apostolo abbandona la Palestina e viaggia in molti Paesi, dove diffonde il messaggio cristiano: dalla Persia alla Siria, dalla Macedonia all’Etiopia, dove muore intorno al 74 dopo Cristo. San Matteo è protettore di banchieri, bancari, commercialisti, revisori dei conti, cambiavalute, doganieri, fiscalisti, guardie di finanza, statistici. È patrono di Salerno dove nell’XI secolo sarebbe stato traslato il suo corpo, custodito nel duomo della città. Si narra che per intercessione di San Matteo, Salerno sia stata risparmiata nel 1544 dall’assedio dei Saraceni e nel 1688 dal terremoto. Il simbolo che lo caratterizza è un angelo che, con il calamaio in mano, ispira e guida il santo nella stesura del racconto evangelico.

 

* Autrice del libro“Santi compagni guida per tutti i giorni”

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