Con una lettera indirizzata a componenti e simpatizzanti dell’OPUS DEI, il Prelato Mons. Javier Echevarría invita, da Pamplona, a prepararsi bene alla celebrazione del Natale, una festa che evidenzia «il desiderio di bene che abita nel più profondo del cuore umano», e «la luce della nascita di Gesù che porta con sé la forza per dissipare le tenebre di questo nostro mondo, che fa di tutto per allontanarsi da Dio». Monsignor Echevarría scrive: «L’incarnazione e la nascita di Cristo accendono una grande luce sul destino dell’umanità, convocata a una strettissima unione con Dio. L’istituzione familiare, nel cui seno decise di nascere il Signore, ci mostra un chiaro riflesso dell’intima comunione delle tre Persone della Santissima Trinita nell’unità di un solo vero Dio. San Paolo afferma che da Dio Padre ha origine ogni discendenza in cielo e sulla terra. La Trinità si erge come sublime Modello dell’unione che deve regnare tra gli uomini e in ciascuna famiglia. Per agevolarci e incoraggiarci a custodire questa unione, ha deciso di mostrarci, nella Sacra Famiglia di Betlemme, un cammino da seguire ogni giorno. Non vi colpisce la tenerezza di Dio con i suoi figli? Avrebbe potuto rivelarsi in mille modi diversi, ma ha scelto quello in cui risalta maggiormente la tenerezza del suo Cuore».
Il Natale, sottolinea il prelato della Prælatura Sanctæ Crucis et Operis Dei, è «festa della vera gioia, è un invito puntuale ad adorare Dio e a rendergli grazie per la sua benevolenza». Benedetto XVI, ricorda la guida dell’OPUS DEI, «sottolineava dieci anni fa che, in queste feste, tanto la liturgia quanto la pietà popolare ricorrono a simboli che ci rendono più palese il significato del Natale. La luce e gli addobbi evocano il desiderio di bene che abita nel più profondo del cuore umano: “La luce del bene che vince il male, dell’amore che supera l’odio, della vita che sconfigge la morte”. Per questo “nel vedere strade e piazze delle città addobbate da luminarie sfolgoranti, ricordiamo che queste luci ci richiamano ad un’altra luce, invisibile agli occhi, ma non al cuore. Mentre le ammiriamo, mentre accendiamo le candele delle Chiese o l’illuminazione del presepe e dell’albero di Natale nelle case, si apra il nostro animo alla vera luce spirituale recata a tutti gli uomini di buona volontà. Il Dio con noi, nato a Betlemme dalla Vergine Maria, è la Stella della nostra Vita!”».
Infine, conclude il Prelato, «con la nostra condotta facciamo sì che molte persone prendano coscienza del significato di questa Notte Santa, perché tutti ci comportiamo come buoni figli di Dio». Invitando a non lasciar cadere la consuetudine nelle famiglie cristiane della realizzazione del presepe, Echevarría dice: «cominciamo col collocarlo con sincero affetto nelle nostre case – almeno le statuette principali» e raccomandiamo «questa decisione ad amici e conoscenti. Molti di noi ricordiamo l’incanto con cui facevamo il presepe, aiutati magari dai nostri genitori e dai fratelli più grandi. Anche il nostro fondatore gioiva ricordando quei momenti».
Matteo Orlando