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Il Vangelo di Martedì 14 novembre 2023
Luca 17, 7-10

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: «Vieni subito e mettiti a tavola»? Non gli dirà piuttosto: «Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu»? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

COMMENTO DI DON RUGGERO GORLETTI

Il brano di Vangelo di oggi non ci vuole parlare di Dio, ci vuole parlare di noi. Infatti Dio è paragonato ad un padrone dispotico e maleducato, che non ha alcun riguardo nei confronti dei suoi collaboratori. Il paragone con Dio non regge, non è questo il senso della parabola. Il brano vuole parlarci di noi. Non quindi del comportamento di Dio verso l’uomo ma di quello dell’uomo verso Dio. E il messaggio sembra essere questo: il rapporto con Dio non è un contratto, ma richiede totale disponibilità. Talvolta molti che pensano di servire Dio lo fanno con questo spirito: «io ti obbedisco, io faccio il bravo, tu mi devi un premio». Non è questo il modo di servire il Signore! Chi serve il Signore lo deve fare con uno spirito di totale disponibilità, sapendo che siamo inutili, perché Dio avrebbe potuto fare benissimo a meno del nostro aiuto, e che non dobbiamo pretendere alcuna ricompensa per il nostro lavoro, anche se in realtà sappiamo che la ricompensa non mancherà e sarà molto maggiore di quello che immaginiamo.

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