di Mariella Lentini*
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Nato nel 588 circa a Chaptelat (Francia) in una famiglia di modeste condizioni, Eligio da ragazzo va a lavorare presso un famoso orafo nella vicina città di Limoges. Eligio è intelligente, onesto e meticoloso. Ha un carattere mite e tranquillo. Buono d’animo, generoso, saggio, non si arrabbia mai. Quando può, aiuta gli altri. Impara in fretta e ben presto diventa un esperto orafo, anche più bravo del suo maestro e si specializza nel creare croci in oro massiccio. Un giorno il re in persona, Clotario II, gli affida un incarico prestigioso: realizzare un trono d’oro. Ad Eligio il re consegna il prezioso metallo occorrente. Il giovane è talmente bravo da riuscire a costruire non uno, ma due troni. Il re rimane colpito dalla bravura di Eligio e anche dalla sua onestà poiché l’orefice avrebbe potuto tenere per sé l’oro eccedente. Lo premia nominandolo orafo di corte e direttore della Zecca. Dagoberto I, successore di Clotario II, affida poi ad Eligio altri incarichi di responsabilità come quello di tesoriere e ambasciatore. In alcune occasioni, Eligio riesce a portare la pace e a sedare guerre. L’ex orafo rimane una persona umile. Non pensa a se stesso, ma agli altri. Con i suoi favolosi guadagni aiuta poveri e malati. Occupa un ruolo di potere accanto al re essendo un alto funzionario, eppure Eligio aspira a un’altra vita. Pensa a Dio, a Gesù, ai santi. Desidera far conoscere il messaggio cristiano a più persone possibili.
Eletto vescovo di Noyon e Tournai, fa costruire chiese e monasteri. Viaggia in Francia, Olanda e Belgio dove vivono popoli che non conoscono ancora il Cristianesimo e il suo messaggio di fratellanza, tramandato attraverso i Vangeli che narrano la vita e le opere di Gesù. Si narra di alcuni miracoli compiuti dal vescovo, soprattutto di guarigioni da malattie. Famoso è il prodigio leggendario compiuto su un cavallo, per avergli riattaccato una zampa posteriore completamente mozzata. Per questo motivo Eligio viene considerato il protettore di cavalli e maniscalchi. Egli è patrono di svariati mestieri: fabbri, orafi, gioiellieri, lavoratori della Zecca, veterinari, numismatici, carrettieri, carrozzieri, fonditori, metalmeccanici, lattonieri, minatori, orologiai e fabbricanti di valigie. Viene invocato anche contro gli incendi. Muore a Noyon nel 660. In Italia viene particolarmente festeggiato a Sciara (Palermo) e a Casale del Pozzo (Nocera Inferiore, Salerno).
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”