“In un tempo nel quale la misericordia sembra spesso rarefatta, ecco che questo Giubileo indetto dal Papa e ispirato appunto ad essa, è senza dubbio un grande dono per la Chiesa cattolica, ma direi per tutto il mondo”. Lo dice Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia.
Eccellenza in che cosa si manifesta la misericordia?
“La misericordia è la stessa essenza del pensiero cristiano e possiamo serenamente dire, senza tema di smentita, che coincide con il Signore, vera misericordia. Senza questa categoria, non potremmo vivere e non andiamo lontano, lo dimostrano i fatti di cronaca, le guerre, le violenza. Viviamo in un tempo burrascoso nel quale la misericordia talvolta sembra essersi rarefatta. Davanti a spettacoli poco belli ed anzi pericolosi, come il terrorismo, la risposta non è l’odio, ma l’ amore. Non la sterile contrapposizione, bensì il dialogo, costruiamo ponti al posto di barricate. Ecco perchè penso che la iniziativa del Papa sia stata non solo giusta, ma addirittura profetica”.
Insomma, il Papa ha saputo vedere a lunga distanza…
“Certamente. Ha compreso, lo dimostra il fatto che la misericordia sia da tempo al centro del suo messaggio, che questo deve essere il tempo del perdono e che questo è il percorso vincente al quale tutti siamo chiamati se vogliamo dare risposte serie. Abbiamo bisogno di misericordia in ogni ambiente, nella politica, nella economia, nel mondo del lavoro, nella famiglia, soprattutto”.
Perchè nella famiglia?
“Nelle famiglie di oggi, certamente non tutte, si dialoga poco e il mio pensiero va a quelle famiglie ferite, in crisi, dove in alcuni momenti regna persino la violenza. Per questo motivo, per chiedere il dono della misericordia per tutte le famiglie, il 27 dicembre a Roma celebriamo il Giubileo delle famiglie non solo italiane, ma di ogni latitudine. E’ aperto a tutte le coppie che lo vorranno”.
Anche a quelle dette irregolari?
“La Chiesa, proprio nel nome della misericordia, non può escludere nessuno, ha il dovere dell’ accoglienza senza respingere, soprattutto quelli che soffrono. Tutti quelli che lo vorranno saranno ben accetti. Il Signore accoglie e salva persino il più accanito peccatore che scelga di cambiare vita, nessuno si senta escluso”.
Il presepe davvero è ostacolo al dialogo?
“Il presepe ci ricorda anche visivamente che quando accogli qualcuno, accogli il Signore. E’ un segno di unità e di universalità. E’ impensabile ed anche illogico ritenere che il presepe possa essere motivo di ostacolo al dialogo. Anzi, è esattamente il contrario”.
Bruno Volpe