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“Desidero esprimere la mia piena e affettuosa solidarietà alla senatrice Liliana Segre, alla comunità ebraica e a tutte le persone vittime di attacchi basati sull’odio e sull’intolleranza. Le immagini dei cartelli con scritte come ‘Agente sionista’, esposti a Milano durante una manifestazione pro Palestina, rappresentano un doloroso ritorno a un linguaggio di odio che credevamo relegato alle pagine più oscure della nostra storia”. Lo scrive in una nota il giornalista Davide Romano, fondatore della Compagnia del Vangelo e da tempo impegnato nel dialogo ecumenico e interreligioso.

“Liliana Segre – aggiunge Romano -, sopravvissuta ad Auschwitz, è una testimonianza vivente di ciò che può accadere quando l’antisemitismo e l’odio si fanno spazio nelle coscienze collettive. Attaccarla, associandola a una campagna di diffamazione e odio, è un atto di inaudita violenza morale. Siamo di fronte a una pericolosa escalation di retorica antisemita, che colpisce non solo una delle figure più rappresentative della memoria della Shoah, ma anche la stessa comunità ebraica, che continua a subire minacce e intimidazioni in un clima di crescente tensione”.

E aggiunge: “Come cristiani, come credenti, e soprattutto come esseri umani, non possiamo restare in silenzio di fronte a queste derive. Dobbiamo ricordare l’insegnamento del Vangelo, che ci invita ad amare il prossimo come noi stessi, a cercare la pace e la giustizia con ogni mezzo, e a opporci fermamente a ogni forma di odio, discriminazione e violenza. Accanto a Liliana Segre e alla comunità ebraica, dichiariamo il nostro impegno a promuovere il dialogo, la comprensione reciproca e la coesistenza pacifica. Non possiamo permettere che l’odio diventi voce dominante nelle nostre città e nelle nostre piazze. La memoria della Shoah non è solo un monito per gli ebrei, ma per tutta l’umanità. Le ferite dell’antisemitismo non appartengono al passato: sono presenti e richiedono la nostra vigilanza, il nostro coraggio e la nostra determinazione”.

“Concludo con un invito a tutti – scrive infine -: che la nostra voce sia sempre quella della ragione, del rispetto e dell’amore verso il prossimo. Liliana Segre è una testimonianza vivente di ciò che significa resistere al male. Oggi più che mai, abbiamo il dovere di stare accanto a lei e a chiunque sia vittima di odio, per costruire insieme un futuro di pace e di giustizia”.

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