Giancarlo Magalli, notissimo presentatore e conduttore televisivo, si “confessa” con La Fede Quotidiana sul suo rapporto con la fede.
Magalli, lei si definisce credente?
Io ho studiato da bambino in una scuola di preti, sono stato mandato dalla mia famiglia in un istituto cattolico proprio per la ragione che i miei erano di convinzione religiosa e vicini in tutto alla fede cattolica. Dunque diciamo che ho respirato aria ecclesiastica e ne sono rimasto anche convinto. Rispondendo alla sua domanda, dico che mi reputo credente, anche se col tempo qualche cosa cambia.
Che cosa muta?
Vengono meno delle certezze e alcune volte ti assalgono i dubbi, viene da domandarmi se tutto quello che letto, sentito, professato sia proprio vero. Quando, ad esempio, succedono fatti gravi o disgrazie, queste incertezze aumentano. Poi bisogna anche dire, riferendomi alle passate generazioni, che spesso la fede era una abitudine e non una posizione condivisa. Si andava alla messa spinti o accompagnati quasi per forza dai genitori o dai nonni e allora tutto questo mi pare un tantino diverso dalla vera fede che, al contrario spinge verso una condivisione spontanea e vera di quei valori. Penso che la fede mai debba scadere in routine, abitudine, quasi scaramanzia, esiste anche chi crede per motivi del genere e allora non sta bene.
Da credente dubbioso, che cosa pensa della Chiesa cattolica e del pontificato di Papa Francesco?
Personalmente questo Papa mi piace, lo trovo aperto al mondo, disposto a capire che il linguaggio della Chiesa deve evolversi, come anche certe posizioni troppo chiuse. Poi sta cercando di fare una opera di pulizia e di riforma dentro le mura di casa e tutto questo mi sembra bello, anche se trova resistenze e persino forti.
Che tipo di resistenze?
Ci sono settori della Chiesa che magari non accettano una maggior apertura o temono di perdere antiche posizioni di potere e allora remano contro. In questo momento vedo in problemi, per esempio, la Opus Dei da sempre abituata al comando ed oggi ridimensionata e tutto questo fa scattare delle cordate o delle correnti che ostacolano e il caso dei corvi vaticani, figlio di lotte intestine, lo dimostra,
Che idea ha ricavato dal caso Vatileaks?
Che si tratta, come sembra palese, di una cosa spiacevole, in quanto due persone nominate dal Papa ne hanno tradito la fiducia. Penso che, come dicevo sopra, questo scandalo sia frutto di faide interne al Vaticano.
Bruno Volpe