Le conclusioni del convegno all’Apra di Roma, il 6 e 7 novembre 2024
L’autentica ricchezza letteraria, filosofica e teologica russa è stata in evidenza all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum il 6 e 7 novembre 2024. La Facoltà di Filosofia dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (APRA) ha ospitato il Convegno “UN’ALTRA RUSSIA”, un’occasione unica per esplorare l’enorme contributo della cultura russa nel campo letterario e filosofico-teologico, con la partecipazione di studiosi di rilievo internazionale, impegnati a riflettere sull’eredità culturale russa al di là delle convenzioni ideologiche.
Il Convegno si è aperto mercoledì 6 novembre alle ore 15 con i saluti istituzionali del Rettore Magnifico dell’Ateneo, P. José Enrique Oyarzun LC, e del Decano della Facoltà di Filosofia, P. Alberto Carrara LC. Tra gli ospiti vi era l’Ambasciatore David Fernandez Puyana, Osservatore permanente dell’Università delle Nazioni Unite per la Pace presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra. La moderazione è stata affidata ai Professori Carmelo Pandolfi e Guido Traversa.
Il programma ha previsto una serie di interventi di esperti che hanno discusso temi come la sofferenza nella letteratura di Dostoevskij, il ruolo dell’Accademia Teologica di Mosca e l’influenza di pensatori come Berdjaev e Florenskij sulla cultura europea. Le giornate di studio si sono concluse giovedì 7 novembre con le riflessioni del Prof. Carmelo Pandolfi e del Prof. Vincenzo Rizzo.
In chiusura dell’evento, su invito dell’Ambasciatore Puyana, è intervenuto il diplomatico della Santa Sede Fortunatus Nwachukwu che ha offerto ulteriori spunti di riflessione sulle tematiche trattate durante il convegno.
L’evento si è chiuso venerdì 8 novembre con una Divina Liturgia presso la Basilica italo-greca di S. Maria di Grottaferrata, in occasione della festa delle Sante Potenze Incorporee.
Conclusioni del Convegno
Il convegno ha offerto una profonda riflessione sull’animo russo, presentato come una forza religiosa ispirata da una sincera ricerca di Cristo, una visione che trascende la dimensione pagana e abbraccia una profonda spiritualità. È emerso un legame indissolubile tra la Russia e l’Occidente, evidente fino all’influenza di Gilson come maestro di Lossky. Questo rapporto è visto come una comunione culturale che, nonostante le divergenze ideologiche, continua a influenzare e arricchire entrambe le tradizioni.
Un’altra riflessione significativa riguarda il secolarismo occidentale, che alcuni relatori hanno definito come una forma di “neosovietismo,” una visione che ha aperto un dibattito sui valori contemporanei. Infine, è stato approfondito il tema della gnosi etnico-slava, descritta come antitrinitaria, in contrasto con il genio slavo autentico, che è stato riconosciuto come essenzialmente “sofianico,” ovvero portatore di una saggezza divina e mistica.
L’evento ha trattato argomenti complessi legati alla storia e alla filosofia, con particolare attenzione al contesto russo e all’esperienza della Seconda Guerra Mondiale.
Ecco alcuni punti salienti:
- Riflessioni storiche: Si è discusso del numero elevato di vittime nell’Armata Rossa e della durezza dei commissari politici. Sono stati sottolineati anche gli aspetti della storia volutamente ignorati, con conseguenze significative.
- Esperienze personali: I relatori hanno condiviso l’impressione di sentirsi parte di qualcosa di più grande, richiamando concetti di verità, destino e la sofferenza degli innocenti.
- Libertà e testimonianza: Si è discusso del valore della libertà e delle scelte personali in momenti difficili, con riferimento a figure storiche e filosofiche come Berdiaev. La “vita vivente” è stata descritta come una forza che attraversa le generazioni.
- La cultura russa: I relatori hanno esplorato l’“anima russa”, il senso dell’infinito e la spiritualità, con un riferimento alla distinzione tra la “città di Dio” e la “città del diavolo”. È stato descritto un legame profondo tra la Russia e l’Occidente, che ha sempre influenzato e dialogato con la cultura russa.
- Testimonianze e amore: Si è parlato di “parresia” (franchezza e coraggio), vista come una responsabilità storica e morale.