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di Padre Giuseppe Agnello

La solennità che oggi festeggiamo si còlloca a 9 mesi esatti dalla nàscita della beata Vérgine Maria, che è l’8 Settembre, e ci dice: sia che Dio ci aveva creati immacolati come lei, ma, a càusa di Adamo ed Eva che si sono fidati delle bugie del Diàvolo anziché della verità di Dio, abbiamo perduto questa immacolatezza o càndido vestito di gràzia; sia che il Diàvolo non può víncere Dio come credeva di avér fatto, sporcàndogli l’umanità, perché Dio prima di Eva aveva in cuore dall’eternità il modello di Eva: la beata e sempre vérgine Maria, Immacolata fin dal primo istante della sua vita, che è appunto il concepimento. Oggi festeggiamo tante Concette e Cettine, e anche chi si chiama Immacolata o Biancamaria, e riconosciamo che questo dono di Dio (l’Immacolata Madre di Dio) è una sua sorpresa e una sua vittòria: il Diàvolo pensava di rovinare o uccídere col peccato dei progenitori l’umanità del Fíglio di Dio, che sapeva si sarebbe incarnato, ma Dio lo làscia a bocca asciutta e si prepara una Nuova Eva, Immacolata, che fosse preservata dal contàgio del peccato originale che invece ha raggiunto tutti i discendenti di Adamo ed Eva. Del resto è Dio stesso che annúncia questo a noi, mentre parla col Maledetto nell’Eden: «Io porrò inimicízia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gn 3, v.15). Quindi l’Immacolato Fíglio di Dio, che non poteva peccare né farsi macchiare da alcún peccato, antícipa a Maria quel dono che noi riceviamo con il battésimo: a lei lo dà fin dal primo istante del suo concepimento. Noi diventiamo càndidi e immacolati, con l’àbito della luce divina, il giorno del nostro battésimo, ma crescendo sentiamo dentro di noi che siamo quasi calamitati verso il male; Maria Immacolata, invece, riceve questa purezza totale e piena fin da quando sant’Anna resta incinta di san Gioacchino, e la conserverà intatta tutta la vita, perché non avrà nessuna attrazione per il male. Dice san Giovanni Crisòstomo della sua nàscita: «Oggi la natura umana riceve i primi frutti della sua glorificazione. La Vérgine, la dimora pura e immacolata del Dio d’ogni purezza, è condotta alla luce». Il Vangelo che parla di tutto questo è l’annúncio dell’àngelo Gabriele, le sue parole a Maria, il suo modo di parlare di Colui che lei concepirà per òpera dello Spírito Santo. In quelle parole ci sono tutte le coordinate per dirci che Dio si era già da tempo preparato la sua degna dimora: «Rallègrati, piena di gràzia: il Signore è con te…concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesú. … Lo Spírito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altíssimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Fíglio di Dio». Il concepimento straordinàrio di Gesú rimanda al concepimento straordinàrio di Maria: per Maria lo Spírito Santo agisce per farla concepire senza quel peccato che tutti gli uòmini ricévono in eredità come una malattia di famíglia; per il concepimento di Gesú, lo Spírito Santo agisce perché l’único padre naturale di Gesú sia Dio Padre stesso. “Cosí volle Dio, cosí era conveniente che facesse e cosí fece”, per inserire tutti noi in questa stirpe di redenzione, in questa discendenza che scàccia la testa al serpente; in questo pòpolo che ha una Madre vittoriosa che ha permesso al Salvatore di raggiúngerci con i suoi doni. Dice san Pàolo agli Efesini, parlando del disegno d’amore di Dio Padre, che si àttua nel Fíglio: «In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per èssere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinàndoci a èssere per lui figlî adottivi mediante Gesú Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà» (Ef 1, 4-6). Ecco: “secondo il disegno d’amore della sua volontà”, il Fíglio è Dio perché condivide la sostanza del Padre; ed è Uomo Immacolato, perché condivide la sostanza della Madre immacolata. E questa condivisione non si ferma, perché arriva fino a noi (scelti prima della creazione del mondo per èssere santi e immacolati): Gesú arriva attraverso Maria e dunque anche la nostra salvezza e purezza arrivano attraverso il nostro legame, la nostra devozione e le nostre preghiere a Maria. Di lei il poeta, francese Federico Mistral, prèmio Nobel per la letteratura nel 1904, e poeta mariano anche nelle pròprie date di nàscita e di morte (perché nasce l’8 Settembre e muore il 25 Marzo) scrisse all’indomani della proclamazione del dogma: «Non vi è alcún borgo che, con emozione / non ti consacri ogni anno il tuo mese di Màggio, / o Donna trionfante che hai schiacciato il serpente!/ E non c’è nessuna regina sul trono / e nessún prete nella sua prèdica, / e nessún marinàio sul mare o pastore nel deserto, / che non ti chiami Nostra Signora. / E l’universo, con l’ànima e col cuore, / ti prega in ginòcchio e si unisce al coro./ […] La tua glòria cresce di sècolo in sècolo, / perché il tuo vérgine seno è un cibòrio, / dove il mio Redentore si incarna per me!/ E tu sei la meravíglia umana, / perché nel suo sàngue e in sua fíglia/ Adamo può venerare la Madre del suo Dio; / tu sei presso Dio l’Avvocata / che difende l’uomo e lo copre / contro il corrúccio del Cielo e i suoi fúlmini vendicatori./ Della tua corona verginale/ ieri infine unànime la Chiesa, / ha voluto svelare il diamante piú bello; / e il grande prete dell’Altíssimo, / colui che tiene l’anello di Pietro, / ha fatto sulle nostre tènebre risplèndere la fiàccola, / proclamàndoti Immacolata/ come la neve ammucchiata / che si fonde in un rivo al levarsi del sole. / Neve del Líbano, eterna neve/ ove il divino ideale/ aveva deciso prima del tempo di gettare il suo ràggio/…neve pura…/che…/ illuminò d’amore la terra…/l’Àngelo… /[ti] venne a salutare da parte del Signore».
Tutto questo e molto di piú è l’Immacolata, cari fratelli e sorelle. Consacriàmoci tutti al suo Cuore Immacolato, perché ciò che passa attraverso questo cuore è riscaldato, illuminato e purificato dallo stesso amore di Dio. È lei che ci salverà dal materialismo in cui siamo piombati! Contínua cosí, infatti, la poesia del Mistral: «Santa Maria, illúminaci!/ Che la nostra razza non sprofondi nelle tènebre, / nelle ebbrezze, nel fumo e nell’orgóglio/ della matèria! Sí, strappa/ col tuo splendore la notte oscura/ che oggi sul mondo intero è sparsa dal male; / col tuo Figlio che sànguina ancora sul tuo grembo/ abbàglia, o Madre, tutti i malfattori/ che sèminano zizzània».
Preghiamo di avere questa volontà di restare stirpe di Maria, per non èssere materialisti, malfattori o zizzània, ma «santi e immacolati nella carità».

II Doménica di Avvento, Immacolata Concezione. 8 Dicembre 2024. Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38

*L’autore aderisce ad una riforma ortografica della lingua italiana

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