“Non ha alcun senso rinunciare ai segni esteriori della nostra tradizione.” Lo dice monsignor Salvatore Ligorio, già arcivescovo di Matera- Irsina, recentemente nominato alla guida della diocesi di Potenza, intervistato da La Fede Quotidiana.
Eccellenza, ha un senso come cerca di fare qualche preside, rinunciare ai segni esteriori della tradizione cristiana?
Ho il massimo rispetto per tutti e penso che quelle iniziative non sono state prese in cattiva fede, ma a fine di bene. Tuttavia, non condivido.
Per quale motivo?
Prendiamo il presepe. Non ha valore esclusivo, ma assolutamente inclusivo. Quel bambino nato nel silenzio e nella notte fredda, non rappresenta un ostacolo agli altri, ma anzi accoglie tutti, anche chi non gli crede e pertanto non ha alcun senso, persino teologico, opporsi al presepe nel nome della tolleranza.
Dunque dire di no al presepe e ai canti del Natale ci porta fuori strada…
Essere laici non significa combattere contro la nostra storia. Non ha alcun senso rinunciare ai segni esteriori del nostro passato, della cultura e della tradizione. E neppure ce lo chiedono i non credenti o gli islamici. Talvolta vogliamo essere maggiormente realisti del re e finiamo col combinare danni.
La tolleranza verso il diverso e il lontano nella fede, pertanto, non ci deve portare a conclusioni affrettate…
Infatti. Lo ribadisco, massimo dialogo e apertura alle altre fedi, tuttavia nel nome del dialogo non possiamo barattare il nostro patrimonio direi anche culturale visto che il Presepe, come alcuni canti, affonda le radici nella storia e la storia non si maltratta.
Passiamo al Giubileo, che impressione ne sta ricavando?
Lo trovo davvero un anno di grazia da sfruttare pienamente. La misericordia alla quale il Giubileo si ispira rappresenta il fulcro del pensiero cristiano e pertanto mi sembra che sia stato giusto, oggi specialmente, ricordarlo. Viviamo un tempo di violenza, liti, anche terrore e allora penso che sia bene ed anche profetico mettere al centro della vita la misericordia di Dio, una sorgente che non ha fine e ci fa abbeverare.
Insomma, pensa che da questo punto di vista il Papa sia stato profetico?
Ha avuto una bella e grande intuizione. Del resto, sino dai primi giorni del suo pontificato, il Magistero di Papa Francesco si centra sulla misericordia e tutti noi ne abbiamo bisogno.
Come possiamo vivere pienamente questo anno giubilare?
Penso che sia molto utile ascoltare la Parola, accorrere per quanto possibile al sacramento della riconciliazione e partecipare alla eucarestia con frequenza, intensificare la presenza davanti al Santissimo, fare opere di bene nei riguardi dei fratelli bisognosi. Non possiamo dissociare la fede dalle opere.
Cosa ne pensa del caso Vatileaks?
La trovo una pagina non bella nel percorso della Chiesa e chi commette certi atti tradisce la fiducia di tutti. Tuttavia, guardando alla storia della Chiesa dico che queste cadute servono e sono persino utili. Talvolta occorre che gli scandali avvengano per trarre dagli stessi rinnovata linfa e poter guardare avanti. Le cadute siano di lezione e non sterile rammarico. Da questo punto di vista bisogna anche auspicare una Chiesa povera e per i poveri e coloro i quali hanno sbagliato, se hanno sbagliato, si rendano conto dei loro errori. Vogliamo di una Chiesa limpida e pulita.
Bruno Volpe