CARDINALE-SEPE-55889966“Non è facile confessare e vivere la fede nei nostri ambienti, nelle nostre città, nelle nostre famiglie, nel nostro lavoro. C’è un clima di disfattismo, se non proprio di opposizione, a tutto ciò che Gesù di Nazareth ha predicato e operato nella sua vita”. È quanto ha detto l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, nell’omelia pronunciata ieri nella solennità di Natale. Proclamare “la nostra fede, che professiamo davanti al Bambino appena nato a Betlemme”, ha affermato il presule, “oggi, non è facile, come per Giovanni Battista e per i tanti discepoli di Cristo che hanno dato la loro vita per rimanere fedeli al Dio che si è fatto uomo”.

Per il cardinale Sepe, “il Vangelo, la Buona Notizia che egli ci ha lasciato, la pratica della carità e della giustizia, incarnata nella sua vita, vengono ritenute sorpassate e controproducenti da chi ha fatto dell’affermazione di sé, dell’egoismo e di ogni forma di chiusura all’altro, la nuova regola di vita” e “la nascita di un Dio, buono e misericordioso, non trova alloggio nei cuori chiusi di chi si ritiene dio di se stesso e si comporta con indifferenza e prepotenza nei confronti di una società bisognosa dell’aiuto di tutti”.

“Guardando il Bambino appena nato e illuminati dalla sua luce divina – ha continuato – vogliamo camminare nella strada della verità e della pace”. “E lo facciamo quando preghiamo, lavoriamo, soffriamo o abbiamo momenti di gioia, quando non ci inorgogliamo ma ci facciamo guidare dall’umiltà, quando pratichiamo l’amore verso Dio”, ha concluso. (SIR)