“La misericordia in Padre Pio” (edizioni Padre Pio e San Paolo), è il titolo del nuovo lavoro di Stefano Campanella, direttore di Teleradio Padre Pio ed autorevole storico del Santo di Pietrelcina. Il volume sarà presentato a Roma, nella sede di Radiovaticana il prossimo 2 febbraio, alla immediata vigilia della ostensione del corpo del Santo per il Giubileo della misericordia. Alla presentazione del libro parteciperà don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, perchè il libro di Campanella, assieme ad un apposito dvd, verrà distribuito anche dal settimanale paolino. La prefazione del libro è stata scritta da Monsignor Rino Fisichella, dominus organizzativo del Giubileo e la post fazione è a cura di padre Carlo Calloni.
Dottor Campanella, quali ragioni la hanno spinto a scrivere questo libro associando Padre Pio alla misericordia?
Padre Pio, come è noto, trascorreva tanto tempo nel confessionale, ben sedici ore al giorno, dispensando attraverso il sacramento della confessione, la misericordia del Signore verso il peccatore. Trovo, pertanto, assolutamente coerente e direi anche logico, associare Padre Pio alla misericordia di Dio. Per questo motivo, Papa Francesco ha voluto che il corpo di Padre Pio e di San Leopoldo Mandic emblemi della misericordia, fossero presenti il giorno 10 Febbraio quando mille sacerdoti riceveranno il mandato papale per portare nel mondo la misericordia. Infatti, potranno assolvere i penitenti anche da peccati di competenza della Santa Sede nel corso del Giubileo.
In uno dei capitoli del libro, lei dimostra come concretamente Padre Pio sia stato misericordioso anche verso chi lo ha maltrattato in vita.
“Nel terzo capitolo ho dimostrato con documenti alla mano e non per sentito dire, che Padre Pio seppe perdonare di cuore le malefatte di un prete di San Giovanni Rotondo che fu sin troppo energico nei riguardi del santo. Con la stessa generosità, Padre Pio dimenticò le cattiverie dell’ invidioso vescovo di Manfredonia Gagliardi e di padre Maccari. Infine, nell’ ambito della misericordia, ho trovato nobile il suo perdono nei riguardi di una figlia spirituale che lo aveva pesantemente diffamato e calunniato in vita. Nei loro riguardi Padre Pio usò davvero tutta la misericordia della quale fu capace, e non erano affronti di poco conto”.
Nel secondo capitolo, lei racconta anche di un Padre Pio “sociale”, poco conosciuto.
Infatti è così. Di Padre Pio si parla tanto, ma spesso si omette la sua carica sociale. Occorre ricordare che lui oltre alla casa Sollievo, fondò un alltro ospedale a San Giovanni Rotondo, il San Francesco, poi distrutto dai bombardamenti. Anzi, questo ospedale in ordine di tempo, fu il primo, ma non viene spesso menzionato. Poi, il santo promosse un centro per la crescita professionale e lavorativa dei giovani convinto come era della necessità del lavoro , un asilo per bambini di famiglie poco benestanti e persino una cooperativa di consumo. Insomma, Padre Pio associava alla spiritualità anche tanta concretezza nelle opere di bene. Del resto, la misericordia senza opere concrete rimane lettera morta e questo Padre Pio lo sapeva e lo dimostrò sempre. Ecco, ritengo interessante lo sguardo al Padre Pio sociale.
Bruno Volpe