“La legge Cirinnà non ha come vero scopo quello di difendere le ragioni degli omosessuali tento meno i loro diritti individuali”. Lo dice convinto Massimo Introvigne, sociologo di area cattolica e convinto sostenitore del Family Day. Con lui parliamo, appunto, della controversa legge Cirinnà.
Introvigne, quali sono le sue critiche ?
Prima di tutto ci sta una obiezione molto grande sul metodo scelto. Bisognava, come si fa sempre, far passare la legge dalla Commissione e invece niente. Inoltre, un tema tanto delicato ha bisogno di una adeguata iniziativa del Parlamento e non governativa come sta accadendo. In quanto alla sbandierata tutela dei diritti individuali e dei gay, chi sostiene la Cirinnà dice cose inesatte. Questi diritti sono già ampiamente tutelati dal nostro ordinamento. Basti vedere la proposta Sacconi- Pagano, che ha disposto un riordino della normativa in modo da facilitare il compito.
E allora?
Allora, la Cirinnà si propone due cose ben diverse dagli intenti annunciati.
Che cosa?
La introduzione di un matrimonio omosessuale camuffato, paragonato in tutto e per tutto a quello previsto dalla Costituzione. Questo lo ha candidamente ammesso Sclafarotto, non lo dico io. Poi, e credo che questo sia il lato maggiormente grave, l’adozione per le coppie dello stesso sesso”.
Qual è il limite di queste adozioni?
Nelle adozioni, l’ interesse in gioco è quello del bamino e non degli adulti. Il figlio non è un diritto dei genitori. Il bambino, inoltre, per svilupparsi armoniosamente ha bisogno della genitorialità completa, fatta da un padre uomo e da una mamma donna. In seconda battuta, le adozioni previste dalla legge aprono di fatto la porta alla deprecabile pratica dell’ utero in affitto, un mercato dei bambini”.
Come valuta la posizione della Chiesa italiana?
Il cardinal Bagnasco ha detto con chiarezza che cosa pensano i vescovi italiani e ha dato appoggio al Family Day. Indubbiamente, rispetto al passato, il pontificato di Papa Francesco si allontana un tantino dalla politica attiva, delega ai laici tutte le responsabilità e piaccia o non piacica, dobbiamo tenerne conto. Occorre prendere atto che Francesco ha una visione diversa da quella di Giovanni Paolo II o Benedetto XVI ed è ozioso stare a distinguere se è meglio o peggio.
Lei è sociologo. A fine dicembre, la Casa Pontificia ha divulgato i tradizionali dati sulla affulenza alle celebrazioni e appuntamenti del Papa e, sorpresa, si registra un calo di fedeli, come spiegarlo?
La Casa Pontificia ogni tanto pasticcia coi dati, talora li pubblica in modo poco ordinato e questo crea confusione. Fatta questa premessa, contesto che ci sia stato un calo e che la popolarità del Papa sia in flessione. E dico anche che quei dati sono stati maliziosamente usati da qualche vaticanista. Bisogna considerare e non è da poco, l’ influenza negativa della minaccia di atti terroristici.
Bruno Volpe
Rispetto Introvigne perché credo sia in buona fede. Dopodiché è un “normalista” che a volte esagera un po’. La diatriba sui dati della frequenza è stata sviscerata sul blog di Magister, che ha anche pubblicato una lettera di Introvigne. Ma anche fatto presente che qualsiasi sia l’errore di misurazione della frequenza (Introvigne ha spiegato che non è facile misurarla), questo valeva qualche anno fa e vale ancora oggi. Quindi, se il dato è in calo a parità di modalità di misurazione, i numeri reali non saranno quelli misurati, ma evidentemente rimangono in calo.
Personalmente non mi appassiono a questo tema, perché ci sono questioni decisamente più importante; ma lo scrivo per questioni di metodo.