Ignatius Kaigama, arcivescovo di Jos, nella Nigeria centrale, ha esortato i cattolici (clero e laici) a tornare a riabbracciare l’autentica identità, cultura e tradizione cattolica.
Parlando ad Abuja, alla Messa di apertura della prima riunione plenaria della Conferenza episcopale, ha invitato ad avere una fede non contaminata da “profezie da mercato e visioni”, sostenendo, invece, una “sanità mentale spirituale e una certa sobrietà durante la Santa Messa e la fedeltà alla nostra identità cattolica, alla nostra cultura e alle nostre tradizioni”.
Secondo il prelato, “i preti cattolici non devono cedere alla tentazione di importare nella Chiesa elementi che promuovono il culto della personalità e dei vantaggi pecuniari per favorire un cristianesimo che è a buon mercato e si concentra sulla salvezza materiale, la prosperità, il progresso e detesta la Croce, che è il fondamento di un autentica spiritualità cristiana. Dobbiamo evitare nella nostra chiesa display melodrammatici che assomigliano a moderni spettacoli di Broadway, con preti che tendono a competere con i cosiddetti pastori di tendenza che si pronunciano sui sogni, sulle visioni e sulle profezie. Non tutti i sogni, le visioni, le profezie e le rivelazioni vengono da Dio”.
Invece di promuovere la “spiritualità sgargiante e le liturgie rumorose”, dice l’Arcivescovo, i sacerdoti cattolici dovrebbero insegnare “il valore delle preghiere contemplative interiorizzate, le semplici preghiere spontanee dal cuore e le preghiere della tradizione cristiana come l’Angelus, il Rosario, la Divina Misericordia, la Via Crucis e la lettura meditata della Parola di Dio”.
Matteo Orlando