“Non so la ragione di questa opposizione però suggerisco di tenere sempre aperta la comunicazione con queste famiglie di rifugiati”. Così il cardinale Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas internationalis, ha risposto ai giornalisti che riferivano di critiche a Papa Francesco per aver portato in Vaticano, dopo la sua visita a Lesbo, solo profughi musulmani.
L’arcivescovo di Manila ha raccontato con molta commozione due episodi di incontro diretto con i siriani. “A Idomeni ho incontrato un ragazzo musulmano che viaggiava da solo – ha detto -. Gli ho chiesto in inglese da dove veniva. Ha risposto: ‘Dalla Siria’. E i genitori? ‘In Siria’. Perché viaggi da solo? ‘I miei genitori mi hanno detto: vai, vai’. Gli ho dato un pacchetto di pane e lui mi ha domandato. ‘Sei musulmano?’ E io: ‘No, sono cristiano’. E lui con tenerezza mi ha guardato”. Nel campo profughi in Libano che accoglie i siriani il card. Tagle ha invece visto un anziano musulmano “che parlava vivacemente, quasi danzando. Ma io non capivo l’arabo. Ho chiesto ad un sacerdote libanese di tradurre il suo messaggio. Era un ringraziamento alla Chiesa, ai cristiani, alla Caritas. Ci ha detto: ‘Voi siete l’unica comunità che si ricorda di noi’”.
E i profughi cristiani che dicevano? Magari dicevano: voi siete l’ennesima comunità che si dimentica di noi.
Ma nessuno scrive su cosa pensano i rifugiati cristiani della Siria dopo il gesto del Papa? Possibile che non si siano trovate famiglie cristiane con i documenti in regola? Se due non lo erano (stando a quanto ho letto), era davvero così difficile trovarne altre o semplicemente aspettare un po?
Ho un amico che odia la Chiesa ma questo Papa gli piace…non che abbia cambiato la sua idea, anzi! A che servono certi gesti? A piacere al mondo?
Mi domando retoricamente se Papa Francesco abbia mai sentito parlare della prudenza….