Nel Consiglio regionale della Liguria sarà affisso, per la prima volta, un Crocifisso «quale simbolo universale dei valori di libertà, uguaglianza e tolleranza».
Lo ha stabilito la maggioranza di centrodestra guidata da Giovanni Toti che ha votato a favore di un ordine del giorno presentato da Forza Italia. Il provvedimento è stato approvato con 15 voti favorevoli e 5 contrari (Movimento 5 Stelle e Rete a sinistra).
Il Pd ha lasciato l’aula al momento del voto in segno di protesta. La giunta deve ora «attivarsi per fare in modo che sia affisso nella Sala consiliare dell’Assemblea legislativa il Crocifisso». Soddisfazione tra gli esponenti del centrodestra che ribadiscono l’importanza di difendere e custodire le tradizioni culturali e religiose italiane, senza arrendersi al buonismo retorico che imperversa nella società. Il capogruppo di Forza Italia, Vaccarezza, ha detto che la religione cristiana «così come i suoi simboli, fa innegabilmente parte della storia e della tradizione italiana ed europea».
Gianni Pastorino (Rete a Sinistra) ha detto di non condividere: «Mettere il Crocifisso, un simbolo religioso nell’aula di un’Assemblea, non ha alcun senso». Per Andrea Melis (M5S) «siamo all’interno di un istituzione e dobbiamo ribadire l’importanza della laicità dello Stato».
Il Pd, in grande imbarazzo, ha deciso di non partecipare al voto. Ricordiamo che la VI sezione del Consiglio di Stato, con la decisione n. 556 del 13 febbraio 2006, ha proposito del Crocifisso aveva ricordato che esposto in una sede non religiosa «assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso, se esso è in grado di rappresentare e di richiamare in forma sintetica immediatamente percepibile ed intuibile (al pari di ogni simbolo) valori civilmente rilevanti, e segnatamente quei valori che soggiacciono ed ispirano il nostro ordine costituzionale, fondamento del nostro convivere civile […] il crocefisso potrà svolgere, anche in un orizzonte ‘laico’, diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica altamente educativa […] In Italia, il crocefisso è atto ad esprimere, appunto in chiave simbolica ma in modo adeguato, l’origine religiosa dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di valorizzazione della persona, di affermazione dei suoi diritti, di riguardo alla sua libertà, di autonomia della coscienza morale nei confronti dell’autorità, di solidarietà umana, di rifiuto di ogni discriminazione, che connotano la civiltà italiana […] Questi valori, che hanno impregnato di sé tradizioni, modo di vivere, cultura del popolo italiano, soggiacciono ed emergono dalle norme fondamentali della nostra Carta costituzionale, accolte tra i ‘Principi fondamentali’ e la Parte I della stessa, e, specificamente, da quelle richiamate dalla Corte costituzionale, delineanti la laicità propria dello Stato italiano [… ] Il richiamo, attraverso il crocefisso, dell’origine religiosa di tali valori e della loro piena e radicale consonanza con gli insegnamenti cristiani serve dunque a porre in evidenza la loro trascendente fondazione, senza mettere in discussione, anzi ribadendo, l’autonomia (non la contrapposizione, sottesa a una interpretazione ideologica della laicità che non trova riscontro alcuno nella nostra Carta fondamentale) dell’ordine temporale rispetto all’ordine spirituale, e senza sminuire la loro specifica ‘laicità’, confacente al contesto culturale fatto proprio e manifestato dall’ordinamento fondamentale dello Stato italiano […] Si deve pensare al crocefisso come ad un simbolo idoneo ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili sopra richiamati, che sono poi i valori che delineano la laicità nell’attuale ordinamento dello Stato. Nel contesto culturale italiano, appare difficile trovare un altro simbolo, in verità, che si presti, più di esso, a farlo».
Matteo Orlando