L’ Amoris Laetitia di Papa Francesco ha bisogno di una urgente nota interpretativa, la famiglia naturale è sotto attacco, non dissociare mai misericordia dalla giustizia. Sono gli affondo di Monsignor Athanasius Schneider in questa intervista. Monsignor Schenieder, puntuale teologo, è Vescovo ausiliare nella Diocesi di Maria Santissima in Astana ( Kazakhstan), dove lo abbiamo contattato.
Eccellenza, possiamo dire che la famiglia in senso naturale e cristiano oggi è sotto attacco?
“L’attacco alla famiglia in senso naturale e secondo la Sacra Scrittura, è palese e non ha bisogno di ulteriori elementi di prova. L’attacco ha raggiunto dimensioni globalizzanti, secondo i piani strategici di una ideologia promossa dai più potenti organismi politici del mondo occidentale, come ONU e Unione Europea, divenuta una sorta di nuova Unione sovietica occidentale ”
La dottrina cattolica è soggetta a cambiamenti?
“La dottrina cattolica è quella rivelata nella Parola Divina scritta e oralmente trasmessa ,un tesoro Divino consegnato al Magistero della Chiesa per essere fedelmente custodito, trasmesso, spiegato e difeso, secondo lo stesso pensiero e lo stesso significato vigenti nelle generazioni precedenti. Il Magistero (cioè il Papa e tutto il corpo del episcopato) non ne è l’autore, né il proprietario, tanto meno il padrone. Al contrario, il Magistero è soltanto il servitore, perché non è al di sopra della verità della Parola scritta e trasmessa (cf. Concilio Vaticano II, Dei Verbum, 9), è soltanto l’ amministratore di un bene Divino, sul quale deve rendere rigorosamente conto davanti al Padrone, che è Cristo, Verità Eterna. Il Magistero sarà fino alla fine del tempo sempre esposto all’attacco contro questo tesoro da lui amministrato. Questo attacco proveniva, proviene e proverrà prevalentemente dall’interno della Chiesa, da parte di coloro che con il pretesto di una più profonda conoscenza e di una libertà di giudizio , di discernimento della coscienza, e di un adattamento alla mentalità del mondo contemporaneo, falsificano questo tesoro della fede cattolica, comportandosi nei suoi confronti come padroni. La più grave e allo stesso tempo la più pericolosa tentazione dei detentori del Magistero della Chiesa, consiste appunto nel volere disporre del tesoro Divino della verità cattolica come essi fossero il padrone: o secondo le proprie preferenze ideologiche o per gradire al mondo e ricevere applausi da parte degli uomini e dei potenti del mondo “.
Amoris Laetitia : che valutazione si può dare al documento e in particolare al cosiddetto caso per caso? Esiste la possibilità di una lettura e prassi relativista?
“Amoris Laetitia contiene molte indicazioni utili e spiritualmente profonde, soprattutto per la vita pratica e quotidiana nel matrimonio e nella famiglia. D’altra parte, Amoris Laetitia contiene, purtroppo, delle espressioni oggettivamente ambigue che si prestano ad interpretazioni erronee e persino contrarie alle verità immutabili della fede cattolica. Tali interpretazioni erronee, con conseguenti applicazioni pratiche, già si realizzano da parte di laici, preti e vescovi. Ci sono delle formulazioni nell’Amoris Laetitia, soprattutto nel VIII capitolo, che lette con buon senso e onestà intellettuale, difficilmente sono interpretabili secondo l’immutabile dottrina cattolica. Si può prendere soltanto un esempio, quando si parla di “fedeltà” in un’unione “irregolare”, cioè in un’unione adulterina, “fedeltà” in uno stile di vita che contraddice gravemente il Comandamento di Dio, l’indissolubilità del matrimonio e la sacralità del sacramento. Non possiamo negare l’evidenza di alcune espressioni ambigue nell’Amoris Laetitia nascondendo la testa sotta la sabbia . Tale comportamento sarebbe insincero ed indegno. Dio non ha ci dato il permesso di poter trasgredire Suo Comandamento e quindi offenderLo, nemmeno in un solo caso. Dio non ha detto: “Non commettere adulterio, ad eccezione in un caso particolare” Non si può scherzare con i Comandamenti di Dio, né con la sacralità del vincolo indissolubile del matrimonio, né con la santità incommensurabile dell’Eucaristia, nemmeno in un solo caso”.
E’ indispensabile un chiarimento interpretativo?
“Un chiarimento interpretativo autentico dalla parte della Sede Apostolica è senza alcun dubbio indispensabile, c’è persino il periculum in mora, il pericolo nel ritardo.”
Immigrazione: la carità secondo lei da dove inizia?
“La carità e l’obbligo di cura cominciano per primi verso quelli chi ci sono i più prossimi. Il padre della famiglia non può accogliere figli altrui con la conseguenza di danneggiare i propri. Un tale comportamento sarebbe contro la legge naturale e creerebbe una situazione di ingiustizia, di confusione e di conflitto”.
Esiste un rischio di islamizzazione dell’Europa?
“Non esiste soltanto un rischio di islamizzazione dell’Europa. L’islamizzazione dell’Europa è in pieno sviluppo, orchestrata in modo più o meno aperto da parte dai vari organismi politici.”
La misericordia di Dio è incondizionata o ha bisogno del riconoscimento del peccato e della giustizia?
“Non ci può essere un contrasto tra giustizia e misericordia Divina, tra la verità del perdono e la soddisfazione e riparazione del male commesso. La Sacra Scrittura ci dice “la misericordia e la verità s’incontreranno” (Sl 85, 11). Secondo san Tommaso d’Aquino l’opera della giustizia Divina presuppone sempre l’opera della misericordia, la quale a sua volta si basa sulla giustizia (cf. Summa theol., I, 21, 4). Il dottore Angelico dice che persino le punizioni Divine sono allo stesso tempo un’opera della misericordia e della giustizia, poiché Dio ricompensa il penitente oltre suoi meriti e punisce l’impenitente in misura minore di ciò che lui merita. Papa Giovanni Paulo II ci ha lasciato luminosi insegnamenti su questo tema, dicendo che una “generosa esigenza di perdonare non annulla le oggettive esigenze della giustizia. In nessun passo del messaggio evangelico il perdono, e neanche la misericordia come sua fonte, significano indulgenza verso il male, verso lo scandalo, verso il torto o l’oltraggio arrecato. In ogni caso, la riparazione del male e dello scandalo, il risarcimento del torto, la soddisfazione dell’oltraggio sono condizione del perdono” (Enciclica, Dives in misericordia, 14). L’autenticità della misericordia e del perdono presuppongono un vero pentimento e una volontà seria di riparare il male commesso, ciò significa una fedele collaborazione con la grazia, sia nel pentirsi sia nel riparare il male. San Giovanni Paolo II ha detto: “La Chiesa ritiene giustamente come proprio dovere, come scopo della propria missione, quello di custodire l’autenticità del perdono” (Enciclica, Dives in misericordia, 14).
Bruno Volpe