Il cardinal Raymond Leo Burke, partecipando ai lavori del Rome Life Forum, ha dichiarato che i fedeli cattolici devono resistere ai punti di vista, interni alla Chiesa, che cercano di minare le verità della fede cattolica circa l’indissolubilità del matrimonio e della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. Parlando del punto di vista mondano sul matrimonio, il cardinale denuncia che è in crescita di consensi la prospettiva della “conoscenza laica delle realtà divine” come “parte integrante della nostra vita quotidiana” che finisce, anche all’interno della Chiesa, per considerare la “realtà oggettiva della grazia del matrimonio come un semplice ideale a cui, più o meno, cerchiamo di conformarci”.
Poi aggiunge Burke: “La Chiesa non può professare la fede nella indissolubilità del matrimonio, in accordo con la legge di Dio, scritta nel cuore di ogni uomo, annunciata nelle parole di Cristo, e allo stesso tempo ammettere ai Sacramenti chi vive pubblicamente in violazione della indissolubilità del matrimonio. Se una persona che vive pubblicamente in violazione del suo vincolo matrimoniale è ammesso ai Sacramenti, allora o il matrimonio non è indissolubile oppure il sacramento della Santa Eucaristia non è il Corpo di Cristo o non è più peccato l’adulterio e allora l’incontro con Cristo nel sacramento della Penitenza non richiede il fermo proposito di modificare la nostra vita, cioè obbedire alle parole di Cristo”.
Il punto di vista mondano ha introdotto nella vita della Chiesa “una visione politicizzata della Chiesa in cui i suoi membri sono divisi in campi opposti, quando, invece, siamo tutti cattolici che sono uniti dalla stessa fede, dagli stessi sacramenti e dallo stesso governo. Allo stesso tempo, ogni sorta di falsa opposizione viene introdotto nella vita ecclesiale, ad esempio, l’opposizione tra ragione e fede, l’opposizione tra dottrina e pastorale, l’opposizione tra legge e amore, l’opposizione tra la giustizia e la misericordia”. “La mia speranza”, aggiunge il cardinale, è che si resista “a questo modo di pensare, per rimanere fedeli a Cristo che è vivo in noi per l’effusione dello Spirito Santo”.
Il cardinale ha poi riflettuto sul martirio parlando del Servo di Dio Padre John Anthony Hardon, della Compagnia di Gesù, che è morto il 30 dicembre del Grande Giubileo del 2000, autore che contro la secolarizzazione virulenta della società, entrata anche nella Chiesa, pensava che “l’unico modo per trasformare la società, cioè, trasformare la società intorno a Cristo e al suo Corpo Mistico, la santa Chiesa, è per i singoli cattolici vivere la loro fede con integrità completa, anche di fronte alla solitudine, all’essere considerati ridicoli, alla persecuzione e persino alla morte”.
Infatti, spiega Burke, esistono tre forme di martirio: quello di sangue, quello di persecuzione, e quello di testimone. Ai “tanti fedeli che esprimono a me le loro preoccupazioni profonde per la Chiesa nel tempo presente, in cui sembra che ci sia tanta confusione circa le verità dogmatiche e morali fondamentali”, il Cardinale risponde: “li esorto ad approfondire la loro comprensione del costante insegnamento e della disciplina della Chiesa e di fare sentire la propria voce, in modo che i pastori del gregge possano comprendere l’urgenza di annunciare di nuovo, con chiarezza e coraggio, le verità della fede e per applicare di nuovo, con la carità e la fermezza, la disciplina necessaria per salvaguardare le stesse verità”. Questo nell’obbedienza perché “è fondamentale ed essenziale per la nuova evangelizzazione ed è anche una virtù acquisita con grande difficoltà in una cultura che esalta l’individualismo”.
Il cardinale conclude dicendo che molti governi secolarizzati stanno rendendo legale e stanno anche promuovendo “le violazioni più gravi della legge morale, per esempio, l’aborto procurato, l’eutanasia, il cosiddetto “matrimonio omosessuale”, la clonazione umana e la distruzione all’ingrosso di embrioni umani per il bene della ricerca” e si sta “cercando di forzare i cattolici e le altre persone di buona volontà a cooperare formalmente al male” violentando la loro coscienza. “I cattolici sono chiamati oggi, più che mai, ad alzarsi in piedi per la verità che Cristo ci insegna, anche se questo significa la perdita di beni, vessazioni del governo e la detenzione”.
Matteo Orlando