“La vera carità? Non farli venire e aiutarli a casa loro. L’ immigrazione si sta trasformando in un affare.” Ecco l’affondo di don Luigi Larizza, il parroco tarantino definito “anti migranti”. Torna a parlare dopo l’ultima furibonda polemica sulla messa in suffragio dell’anima di Benito Mussolini, poi non celebrata.
Don Luigi, possiamo parlare di emergenza migranti?
” Siamo in piena emergenza, lo vedete. L’ Europa ha lasciato sola l’Italia che più di questo non può . In ogni caso ci sono alcune cose da dire”.
Quali?
” La situazione dei poveri italiani, lo vedo nella mia parrocchia, diventa sempre peggiore, ci sta gente che non ha dove dormire e mi stringe il cuore vedere anziani rovistare tra i rifiuti alla fine del mercato della frutta. Per contro, constato che ai migranti, appena sbarcati, si danno pasto e alloggi. Questo, che pur rientra nella carità, fa a pugni col senso di giustizia. Certamente la carità non ha limiti e non guarda al colore della pelle o alla etnia, tuttavia è incomprensibile come spesso ci si dimentichi dei poveri che abbiamo vicino a vantaggio dei lontani e aggiungo…”
Prego…
” Alcune volte, o per ragioni di gradimento o a causa del credo religioso, i migranti rifiutano e gettano il cibo. Mentre tanti vecchietti italiani quel mangiare lo desiderano e non lo hanno. Lo trovate sensato e corretto? Chi ha veramente fame mangia tutto. Bisogna ricordare loro che è una operazione di emergenza, non sono alla spa o al ristorante. E poi ogni tanto a questi migranti, non tutti, si dovrebbe chiedere il saper dire grazie. Credo che parte di questa situazione si debba al fatto che l’ immigrazione è diventata un colossale affare economico, come dimostrato dal caso Mafia Capitale. Non ci si rende conto che questi episodi alla fine creano il razzismo di ritorno. Gli italiani davanti a queste situazioni finiscono con avere rancore verso tutti i migranti”.
Possiamo accogliere tutti?
” No. Porte aperte a chi scappa dalla guerra o dalla persecuzione politica, ma a chi viene per motivazioni economiche si abbia il coraggio di dire che il lavoro da noi non ci sta, neppure per gli italiani e che qui non è il Paradiso terrestre. Che accoglienza possiamo dare? Nessuna degna di questo nome. Così per un falso buonismo rendiamo un pessimo servizio proprio ai migranti e alle loro terre alle quali si toglie forza lavoro giovane”.
In non accoglierli tutti equivale ad insultarli e aggredirli?
” Non vedo, con tutto il rispetto, nessun insulto o aggressione. Quando qualcuno viene a casa nostra, ci accertiamo di chi sia. Possiamo acettare tutti senza alcuna informazione? Chi ci assicura che tra i tanti migranti non si nascondano terroristi o delinquenti? La prudenza è una delle doti del cristiano. Lo ripeto: da noi non ci sta la pacchia. La vera carità è non lasciarli venire e aiutarli a casa loro. Come faccio, da prete, a spiegare ai poveri di casa mia che il migrante è aiutato dallo Stato e loro no? Un padre di famiglia se ha un solo piatto di pasta prima lo offre al figlio e dopo all’ ospite. La carità, senza trascurare o disprezzare i lontani, è partire dai vicini. Prima a chi mi sta accanto, dopo ai lontani se ho la possibilità”.
Bruno Volpe
“Voi, i cristiani, gli ebrei, i musulmani, i buddisti, gli scintoisti, gli
avventisti, i panteisti, i testimoni di questo e di quello, i satanisti, i
guru, i maghi, le streghe, i santoni, quelli che tagliano la pelle del
pistolino ai bambini, quelli che cuciono la passerina alle bambine,
quelli che pregano ginocchioni, quelli che pregano a quattro zampe,
quelli che pregano su una gamba sola, quelli che non mangiano
questo e quello, quelli che si segnano con la destra, quelli che si
segnano con la sinistra, quelli che si votano al Diavolo, perché delusi
da Dio, quelli che pregano per far piovere, quelli che pregano per
vincere al lotto, quelli che pregano perché non sia Aids, quelli che si
cibano del loro Dio fatto a rondelle, quelli che non pisciano mai
controvento, quelli che fanno l’elemosina per guadagnarsi il cielo,
quelli che lapidano il capro espiatorio, quelli che sgozzano le pecore,
quelli che credono di sopravvivere nei loro figli, quelli che credono di
sopravvivere nelle loro opere, quelli che non vogliono discendere
dalla scimmia, quelli che benedicono gli eserciti, quelli che
benedicono le battute di caccia, quelli che cominceranno a vivere
dopo la morte… Tutti voi, che non potete vivere senza un Babbo
Natale e senza un Padre castigatore. Tutti voi, che non potete
sopportare di non essere altro che vermi di terra con un cervello.
Tutti voi, che vi siete fabbricati un dio “perfetto” e “buono” tanto
stupido, tanto meschino, tanto sanguinario, tanto geloso, tanto avido
di lodi quanto il più stupido, il più meschino, il più sanguinario, il più
geloso, il più avido di lodi tra voi. Voi, oh, tutti voi
NON ROMPETECI I COGLIONI!
Fate i vostri salamelecchi nella vostra capanna, chiudete bene la
porta e soprattutto non corrompete i nostri ragazzi. Non rompeteci i
coglioni!»
François Cavanna (uno dei fondatori di Charlie Hebdo)
Don Luigi Larizza ha perfettamente ragione. Prima pensiamo ai poveri italiani. E gli altri vanno aiutati a casa loro, senza sradicarli dalle loro terre.
Al commento precedente, di Luca Dalbosco: Ha scritto tanto, ma nulla di sensato e attinente all’articolo
giuseppe