È stato direttamente il Presidente della Repubblica Argentina, Mauricio Macri, a leggere, a Tucuman (il luogo dove 200 anni fa è stata firmata la dichiarazione di indipendenza argentina), la preghiera di affidamento del paese sudamericano a Nostro Signore Gesù Cristo, per intercessione della Vergine Maria, tanto amata dal popolo. Davanti a una folla di fedeli e funzionari politici locali e nazionali, l’evento religioso è avvenuto in occasione delle celebrazioni dell’XI Congresso Eucaristico Nazionale argentino.
Il presidente Macri ha avuto un colloquio con l’inviato del Papa al Congresso Eucaristico Nazionale, il cardinale Giovanni Battista Re, lasciando quindi cadere le voci che sostenevano un dissidio tra il governo argentino e il Vaticano. Mauricio Macri ha anche iniziato un applauso per chiedere a Dio di difendere la vita dal concepimento.
Tra le richieste della preghiera: “Gesù Cristo, Signore della storia, dobbiamo essere un paese fraterno e solidale, per superare i disaccordi e camminare uniti insieme, per costruire insieme il futuro con speranza e con il lavoro, per agire sempre nella verità e nella giustizia, superando tutte le varie forme di povertà, sradicando la corruzione in tutte le sue manifestazioni”; “Gesù Cristo abbiamo bisogno di promuovere la fede nel rispetto delle diverse espressioni, di difendere la vita dal concepimento alla morte; di avere cura per la natura, la nostra casa comune; di vivere in pace con tutti i popoli della terra”.
Il presidente della Conferenza episcopale argentina, mons. José María Arancedo, arcivescovo di Santa Fe de la Vera Cruz, in occasione delle celebrazioni per il Bicentenario che hanno il loro culmine il 9 luglio scorso, ha detto che gli argentini celebrano il Bicentenario dell’Indipendenza del loro Paese “con fede e come argentini”, perchè “è un errore pensare che l’universalismo proprio della fede in un Dio che è Padre di tutti gli uomini, non possa essere compatibile con l’appartenenza ad una terra, ad una nazione con la sua storia e le sue tradizioni”.
Per l’occasione anche Papa Francesco ha voluto inviare una sua Lettera. “C’è un’Argentina che si sta costruendo di continuo e necessita del protagonismo di tutti. La Patria è un dono e un compito” ha sottolineato Arancedo, ricordando il documento dei vescovi dal titolo significativo “Il Bicentenario. Tempo per l’incontro fraterno degli argentini” pubblicato nel mese di aprile e invitando ad approfondirlo.
Matteo Orlando
QUE ALEGRIA SABER QUE NUESTRO PRESIDENTE ES UN HOMBRE DE FE,QUE DIOS LO BENDIGA Y LO AYUDE A GOBERNAR BIEN NUESTRA QUERIDA ARGENTINA-