Il 29 febbraio scorso la Fede Quotidiana aveva dato la notizia che Padre Stefano Manelli, uno dei fondatori dell’ordine dei Frati Francescani dell’Immacolata, era indagato dalla Procura di Avellino per “il maltrattamento di alcuni componenti dell’Ordine” e per “episodi di molestie sessuali” (vedi qui).
Il 21 novembre scorso, a conclusione dell’Anno Giubilare della Misericordia è arrivata la notizia che per l’ottantaduenne religioso il Pubblico Ministero presso il Tribunale di Avellino, il dott. Del Bene, ha chiesto l’archiviazione del procedimento.
Adesso che la magistratura, con la richiesta di archiviazione, ha fatto chiarezza, emerge dunque che Padre Stefano Maria Manelli (già Ministro Generale dei Frati Francescani dell’Immacolata dal 23 giugno del 1990 all’11 luglio 2013) è stato ingiustamente accusato di aver leso l’integrità fisica e morale delle suore del convento di Frigento compiendo atti di violenza sessuale e di maltrattamenti nei confronti delle stesse. In tal modo è stata fatta giustizia e restituita la dignità a questo francescano tutto d’un pezzo che ha saputo evangelicamente resistere a calunnie e diffamazioni notevoli, amplificati dai mass media.
Adesso tornano le domande, da porre alla Congregazione per i religiosi, al suo Prefetto, e al suo Segretario: che cosa ha fatto padre Manelli? Che cosa hanno fatto i Francescani dell’Immacolata, che sono ancora commissariati e, dopo anni, senza ancora una motivazione valida da parte della apposita Congregazione vaticana? Cosa accadrà adesso alle suore – al tempo delle accuse già fuoriuscite dall’Ordine – che hanno testimoniato il falso?
Padre Stefano Maria Manelli ha più volte chiesto un colloquio a Papa Francesco per spiegare l’intera vicenda e non ha mai ostacolato il corso della giustizia civile. Adesso che è stato prosciolto dalle accuse sarà misericordiosamente accolto dal Santo Padre?
Dunque, vediamo. Un ordine florido è stato commissariato in malo modo. Non si è mai potuto leggere un atto d’accusa formale. All’inizio si è pensato che fosse per via della messa VO. Ma non è possibile, perché è lecita e, qualche tempo dopo, abbiamo saputo degli stretti contatti per la normalizzazione dei rapporti con la FSSPX. Poi si è pensato che fosse perché qualche FI “rigettava” il CVII, ma non è possibile neanche questo perché alcuni prelati della Ecclesia Dei hanno accennato pubblicamente alla possibilità che la FSSPX non ritiri le sue riserve su alcuni documenti del CVII come condizione per essere riammessa. Poi è saltata fuori la questione della malversazione dei fondi, e la magistratura ha detto che non c’era nessun reato. Poi le calunnie ingiuriose su padre Manelli, ora rientrate anche queste. Nel frattempo, abbiamo assistito a massicce campagne di denigrazione, anche televisiva, e attacchi virulenti da parte dei commissari nei confronti dei pochi giornalisti cattolici che hanno preso decisamente la parte della difesa dell’ordine.
Tutto finito in una bolla di sapone. Eppure l’ordine è ancora commissariato e non possiamo ancora sapere perché. La giustizia italiana, nota per essere una tartaruga, si è dimostrata una lepre nei confronti di quella della Santa Sede. Tutto nell’epoca della misericordia, che così prima non c’era mai stata, dei vescovi con l’odore delle pecore, ovvero che non stanno chiusi nei palazzi ma rendono il popolo partecipe, e altre amenità simili. Si può dire che invece che l’odore di pecora si sente una fortissima puzza di bruciato?
Dov’è c’è Dio, c’è sempre odio, avversione e persecuzione