Ampia ripercussione sta avendo nella stampa odierna l’annuncio della Santa Sede che riguarda la riduzione allo stato laicale del sacerdote argentino Cristian Gramlich (58 anni), appartenente alla diocesi di San Isidro. Il prete, accusato di abusi sui minori nelle due scuole dove lavorava ( “Carmen Arriola de Marin” e “Juan XXIII”) è rimasto sotto accusa nel contesto di un processo iniziato nel 2012 ed è stato allontanato dalle scuole e dalla parrocchia Santa Rita di Boulogne, già nel corso dell’indagine preliminare .
“Questa decisione dimostra l’impegno del Santo Padre quando parla delle procedure e vie da seguire di fronte a queste situazioni che tanto danno causano al popolo di Dio”, ha affermato il vescovo di San Isidro, monsignor Oscar Ojea. “Oggi le vittime degli abusi sentono che sono state ascoltate e attribuiscono alla sentenza (che proibisce a Gramlich di esercitare il ministero sacerdotale) un valore riparativo del danno recato e denunciato anni fa ”, ha concluso il presule.
La sanzione della Congregazione della Dottrina della Fede, comunicata negli ultimi giorni, conferma la sentenza del 2014 che Gramlich (segretario esecutivo della Commissione per la Liturgia della Conferenza episcopale argentina durante alcuni anni e autore di diverse opere di formazione per catechisti e bambini) aveva impugnato.
La notizia diffusa oggi dai media locali arriva in una settimana di tensione, nella quale sono state diffuse anche le denunce di atti di abuso contro minorenni ipoacusici presuntamente commessi da sacerdoti dell’Istituto ecclesiale Antonio Provolo della città di Mendoza.
È stato ricordato più che mai in questi giorni l’insegnamento di Papa Francesco quando nell’omelia del 7 luglio 2014 ha affermato: “Non c’è posto nel ministero della Chiesa per coloro che commettono abusi sessuali, e mi impegno a non tollerare il danno recato a un minore da parte di chiunque, indipendentemente dal suo stato clericale”. (SIR)