“I Dubia dei cardinali? Fanno parte dell’ insegnamento costante della Chiesa, lecito avanzare chiarimenti, non capisco la indignazione. Amoris Laetitia si presta a dubbi interpretativi. Opportuno rispondere.” Lo afferma in questa intervista a La Fede Quotidiana, monsignor Ignazio Zambito, vescovo titolare di Patti in Sicilia.
Eccellenza, 4 cardinali hanno rivolto al Papa Dubia sulla interpretazione di Amoris Laetitia, specie con riferimento al capitolo 8, condivide?
“ L’avanzare dei Dubia fa parte dell’insegnamento tradizionale della Chiesa, è lecito in campo dottrinale chiedere spiegazioni per il bene della Chiesa e dei fedeli. E credo che sia anche giusto rispondere, sono certo che prima o dopo il Papa lo farà. Non vedo il motivo di tanta indignazione verso questa iniziativa”.
Il nocciolo è appunto la interpretazione del capitolo 8 di Amoris Laetitia..
“ Effettivamente quel documento, nella parte da lei citata, si presta a dubbie interpretazioni e allora è necessario un chiarimento, lo esige la chiarezza, e non sarebbe male per evitare, come sta accadendo, il sorgere di prassi diverse da posto a posto. Penso che i documenti andrebbero limati maggiormente prima della pubblicazione”.
Bergoglio rilascia anche tante interviste…
“ Lui è sudamericano e allora occorre fare uno sforzo per capire il suo temperamento e la sensibilità diversa dagli europei. Per quanto riguarda le interviste dico con franchezza che è meglio evitarle, farne a meno e soprattutto maggior prudenza”.
Il Papa ha dato a tutti i sacerdoti la facoltà di assolvere dal peccato di aborto che non è più riservato, si corre il rischio di un rilassamento?
“ Questa facoltà io la ho data tempo fa ai sacerdoti del Santuario di Tindari. Lo scopo del Papa è quello di favorire il pentimento e la confessione. Certamente il rischio di un rilassamento nella pubblica opinione esiste e lo corriamo, ma ne vale la pena, va affrontato. Ogni scelta nella vita comporta un rischio, non è possibile rinunciare a priori, o mettersi sempre e comunque sulla difensiva”.
A Rimini sono stati esclusi dalla scuola i canti del Natale perchè sarebbero di ostacolo alla integrazione di bambini di altra etnia e religione…
“ Questa è una nostra fobia immotivata e sbagliata. Se provassimo a chiedere ai bimbi di altra origine e alle loro famiglie che cosa ne pensano, sono certo che vorrebbero ascoltarli magari con più piacere dei nostri appagati bambini occidentali. Questi atteggiamenti scatenano il razzismo di ritorno, penso che stiamo esagerando con il buonismo e l’ accoglienza, cadendo persino nel servilismo. La carità è doverosa ed è un dono di Dio, ma si espande dai vicini verso i lontani, va fatta con criterio e soprattutto con ordine. Se io sono padre di famiglia ho il dovere di dare da mangiare prima ai miei figli, dopo agli altri. Non posso fare la carità a chi viene dalla Nigeria se ho i poveri in casa. Devo pensare prima a loro”.
Bruno Volpe