“Anche nei delitti più efferati mai dare giudizi sulle persone, evitiamo patiboli di piazza”. lo dice in questa intervista a La Fede Quotidiana don Mario Polmonari, parroco di Pontelangorino, in provincia di Ferrara, teatro dell’orribile delitto che ha sconvolto la pubblica opinione.
Don Mario, come ha vissuto e come vive questa situazione la sua comunità?
“ Sicuramente è un fatto molto grave e spaventoso. Però, anche in circostanze tanto drammatiche, persino nei delitti più efferati, non bisogna mai dare giudizi sulle persone, evitiamo i patiboli di piazza”.
Che cosa vuole dire?
“ Che in casi del genere tutti diventano giudici , i giornali e le tv se ne occupano con troppa enfasi non per la ricerca della verità, quanto per fare audience. Si cerca sempre il capro espiatorio, il colpevole da additare e giudicare”.
Però i due ragazzi, se i fatti verranno provati in un processo e secondo l’ ipotesi accusatoria, l’avrebbero combinata grossa…
“ Indubbiamente, nessuno qui li vuole scusare. Se hanno commesso, come sembra abbastanza chiaro, il delitto è giusto che arrivi rigorosa la punizione della legge umana. Nessuno invoca o chiede impunità. Tuttavia accanto alla giustizia terrena che deve fare il suo corso, anche con severità, ci sta sempre la misericordia di Dio che non esclude nessuno”.
Che cosa intende dire?
“ Non amo gli accanimenti come spesso succede in casi del genere, il sensazionalismo. Bisogna sempre guardare alla speranza. San Paolo era un persecutore violento dei cristiani e dopo ha cambiato rotta, si è convertito. Vale lo stesso anche per ogni assassino . I due ragazzi sono accusati di un fatto enorme nella sua gravità, ma neppure loro sono esclusi dalla misericordia di Dio se si pentiranno davvero. I valori cristiani non vengono meno per nessuno”.
Che cosa favorisce secondo lei certi accadimenti sanguinosi?
“ Io non voglio fare qui della facile sociologia spicciola o banale che porta alla giustificazione di tutto e tutti, un modo di pensare che scarica la responsabilità personale. Ma occorre riconoscere che viviamo un tempo nel quale si tocca con mano la crisi dei valori e lo sbandamento delle agenzie educative, anzi è in atto una emergenza educativa che ci deve far riflettere. Esiste troppa libertà mal intesa, nel senso di permettere qualsiasi condotta. Manca il concetto di verità e ciascuno, facendosi paladino della falsa libertà, si costruisce la sua in mdo tale che cadono le distinzioni tra bene e male, tra lecito ed lllecito, le coscienze si addormentano. Ai ragazzi spesso arrivano messaggi devastanti dal mondo che li circonda e penso alla tv che in molte occasioni trasmette cose violente o aggressive, agli stessi videogiochi o al linguaggio volgare che in tante cicostanze arriva dallo schermo, a leggi che mortificano il valore della vita umana. Tutto questo incide negativamente ed ha il suo peso. Ma da prete invito a non creare mai mostri”.
Bruno Volpe