A Taranto, parroco eroe salva dalla morte nonnina di 96 ani e dopo se la prende con le istituzioni: “Se quella donna fosse stata una migrante tutti si sarebbero fatto carico di lei da subito”. Parliamo di don Luigi Larizza, parroco del Sacro Cuore. Che cosa è accaduto nella città due Due Mari? Vicino alla parrocchia di Don Luigi sopravvive da tempo in un tugurio- basso alla strada una vecchietta di 96, malata di demenza senile, senza nessuno, povera. L’anziana campa tra i rifiuti, la sporcizia, topi ed insetti (i soccorritori hanno parlato di odore nauseabondo nella abitazione) ed è anche caduta da poco. La situazione e arrivata all’orecchio di Don Luigi che immediatamente ha fatto irruzione nella abitazione della nonnina ed ha allertato i servizi sociali i quali sono intervenuti ed hanno ricoverato la signora in una struttura protetta dicendo: ” Non ne sapevamo nulla, nessuno ci aveva informati”. E allora, parola al parroco.
Don Luigi, si sente un eroe?
” Ma quale eroe, ho fatto il mio dovere. Che cosa triste è la solitudine di certi anziani ai quali dovremmo tanto. Una persona sola, povera e malata eppure la sua situazione è caduta tra l’ indifferenza. Penso anche ai tanti pensionati che non arrivano alla fine del mese. Se quella donna, come tanti altri italiani nelle sue condizioni, fosse stata una migrante, la avrebbero aiutata e subito. Non se ne può più di questa situazione. Nel caso concreto, dopo la mia chiamata devo dare atto alla istituzione tarantina di aver provveduto con celerità , ma pesa su tutti quel non ne sapevamo nulla”.
Migranti, perchè?
” Parto dalla esperienza della signora anziana. Tanti sapevano in che condizioni viveva, ma evidentemente i poveri locali non fanno più notizia, bivaccano nel disinteresse generale anche perchè forse non rendono denaro a certe cooperative ed albergatori. In Italia ormai gli immigrati sono trattati molto meglio degli italiani ed io ritengo che tra poveri si debba usare sempre la stessa misura non importando il colore della pelle. Sta avvenendo un brutto razzismo di ritorno che finisce col discriminare gli italiani e aggiungo..”.
Prego…
” Ai migranti è consentito tutto, anche violare la legge per una idea sbagliata e buonista della accoglienza. Recentemente sia a Venezia che Firenze hanno occupato luoghi pubblici e nessuno ha preso decisioni, se la stessa cosa la avessero fatta degli italiani le conseguenze sarebbero state diverse. Se un barista vende un caffè senza scontrino arriva la finanza, se un italiano per sbarcare il lunario offre qualche cosa per strada ecco i vigili, ma ai migranti è permesso vendere senza limiti le loro cose per la via pubblica o sulla spiaggia. La illegalità è uguale per tutti e non a giorni o colori invertiti. Qui sui bus o treni i migranti non pagano, gli italiani sì, mi spiegate perchè? E non sono daccordo con chi dice che gli italiani sono stati un popolo di migranti. Storicamente è vero, ma i nostri andavano nelle altre nazioni e lavoravano. Migranti risorsa e ricchezza? Una inesattezza, magari lo sono per chi lucra dal fenomeno migratorio. Solo da noi un tal che si chiama Bello Figo può deridere gli italiani. Il problema non è lui che canta, ma chi lo ha fatto entrare”.
Il Papa invitò le parrocchie ad accogliere migranti…
“Ognuno fa quello che crede ed io rispondo alla mia coscienza. La Chiesa è fatta per pregare, è casa di preghiera e non centro sociale o luogo di ospitalità. E a dirla tutta, se devo ospitare qualcuno, inizio dagli italiani in difficoltà”.
Bruno Volpe
Bravo don Luigi! Grazie per tutto ciò che fa e dice.
Finalmente un prete che dice le cose come stanno.
Don Gigi sei meraviglioso, quanto bisogno avrebbe la nostra decadente comunità cattolica di Sacerdoti come te. Che Dio ti protegga sempre nelle tue sante e difficili battaglie. Per quello che posso, ti sarò sempre vicino.
“Nella mia chiesa ospito solo chi dico io”. La Chiesa non è di sua proprietà ma è di tutti noi. Non può fare scontrare, con le sue parole, due difficoltà, due necessità. Quella degli italiani è quella dei migranti. Il volto di Gesù è negli italiani e nei migranti, senza differenza.