La diretta domenicale della Santa Messa è una tradizione condivisa, che non riguarda solo l’Italia. Anche in Spagna la pratica è consolidata, tanto da attrarre un nutrito seguito – circa 303mila telespettatori. Il partito politico Unidos Podemos, non la pensa allo stesso modo, tanto da proporre l’abolizione della trasmissione.
La compagine di sinistra è il terzo partito più influente in terra Iberica e fa del progressismo estremo il suo cavallo di battaglia. Dopo aver presentato al Congresso dei Deputati il progetto di legge, la coalizione socialcomunista sostiene che: “Una tv pubblica non è il luogo più opportuno per i riti religiosi”.
L’emittente pubblica La2 trasmette la S. Messa facendo circa il 6,6% di share, un dato superiore alla media di altri canali nella stessa fascia – pari al 2,5%. A dispetto di quanto vorrebbe far credere Unidos Podemos, il numero dei cattolici in Spagna non è un fenomeno marginale. Secondo un sondaggio dello scorso mese, condotto dal Centro de Investigaciones Sociológicas, il 70,2% della popolazione si professa Cattolica, contro il 15% di chi si dichiara ateo. Tralasciare un dato comunque rilevante, equivale a cancellare con un colpo di spugna una tradizione che affonda le proprie radici in un bagaglio culturale pregno di cristianesimo.
Dario Cataldo
Forse è il Cristianesimo che sta appesantendo la crisi economica della Spagna e, presto, la separazione dei paesi baschi. Infelici! Patria di grandi Santi, ora isola felice di calciatori. Lucifero sarà il vostro condottiero è, l’Inferno la vostra patria.