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Il recente documento “Il dono della vocazione sacerdotale” della Congregazione vaticana per il Clero è stato giudicato dalla Association of U.S. Catholic Priests come “disrespectful,” “ambiguous” e “insulting” (“irrispettoso”, “ambiguo” e “offensivo”).

L’associazione ritiene i termini ‘tendenze omosessuali’ e ‘tendenze omosessuali profondamente radicate’ “ambigui e irrispettosi della personalità di coloro che si identificano con un orientamento omosessuale”. Se la Congregazione per il Clero, scrivono, “avesse dichiarato che le persone eterosessuali e omosessuali che vivono una vita casta possono essere ammessi alla ordinazione sacerdotale sarebbe stato più rispettoso e inclusivo”. Poi aggiungono: “il problema per il discernimento è se il richiedente o il candidato ha integrato la sua identità sessuale con la fede cristiana cattolica e la spiritualità”.

La Chiesa, invece, insegna l’esatto contrario. Pur rispettando profondamente le persone omosessuali, non ammettere ai Seminari e agli Ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate e sostengono la cosiddetta ‘cultura gay’.

Matteo Orlando

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