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La morte di Erika Pioletti, la donna di Domodossola travolta dalla folla in piazza San Carlo lo scorso 3 giugno 2017 in occasione della finale di Champions League, “resterà come un marchio che pesa sulla nostra coscienza di cittadini”. Ad affermarlo è l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, in una nota diffusa nella tarda serata di ieri.

“È con grande dolore che ho appreso la morte di Erika dopo lunghi giorni di agonia in seguito alle conseguenze tragiche della sera di sabato 3 giugno”, scrive l’arcivescovo, aggiungendo che “prego perché il Signore l’accolga nel suo regno di pace e di amore e prego per i suoi cari affinché siano sostenuti dalla materna tenerezza della Madonna Consolata di cui stiamo celebrando la Novena”.

Per mons. Nosiglia, “la morte di Erika aggrava ancora più profondamente lo scoramento del nostro animo, ma anche il giudizio già severo formulato dopo quanto è accaduto in piazza San Carlo”. “La ferita al cuore stesso della città resterà come un marchio che pesa sulla nostra coscienza di cittadini e su quanti sono stati la causa diretta o indiretta degli assurdi incidenti capitati in quello che doveva essere un sereno e gioioso incontro di tifosi”, prosegue l’arcivescovo. “Oggi comunque non è tempo di sterili polemiche o accuse o promesse che la cosa non accadrà più”, ammonisce mons. Nosiglia.

“Ora – conclude – è il momento della solidarietà di tutta la città che è chiamata a stringersi attorno alla famiglia di Erika per un abbraccio fraterno a lei e ai suoi cari, insieme alla preghiera e al ricordo incancellabile che porteremo nel nostro cuore per sempre”. (SIR)

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