“Lo hanno voluto uccidere per farlo tacere” ma Romero, “con il sacrificio della vita, continua oggi a parlare”. Lo afferma, in un’intervista a Radio Vaticana, mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e postulatore della causa di canonizzazione del Beato Oscar Arnulfo Romero, del quale il prossimo 15 agosto ricorrono i 100 anni dalla nascita.
Per ricordare l’arcivescovo e martire, ucciso nel 1980 in Salvador dagli squadroni della morte, domani verrà celebrata una Messa nella cattedrale londinese di San Giorgio a Southwark dove è conservata una croce con le reliquie del Beato. A pronunciare l’omelia sarà mons. Paglia. “Ricordarlo – afferma – è importante perché è uno dei testimoni che ha segnato la storia della Chiesa dal Vaticano II in poi. Non a caso il 24 marzo, giorno del suo martirio, si celebrano i martiri di tutta la Chiesa contemporanea”.
Le resistenze che ancora vengono opposte alla sua memoria, prosegue Paglia, nascono dal fatto che “Romero aveva compreso che, per cambiare il mondo, occorreva ripartire, come scrive il Vangelo, dall’amore per i poveri. Molti hanno pensato che questa scelta per i poveri fosse una scelta politica, dettata magari da un’analisi marxista”. “Lo hanno voluto uccidere per farlo tacere”, ma è “l’opposizione che ancora oggi tanti, o alcuni, vogliono fare allo stesso messaggio di Papa Francesco: il Vangelo non lascia il mondo così com’è”.
“È possibile che anche l’anno prossimo si possa sperare di celebrare la canonizzazione di Romero”, aggiunge il postulatore. Il processo diocesano è concluso ed è iniziato a Roma l’esame di “un miracolo che riguarda una donna incinta e il suo bambino che sono stati, speriamo, miracolosamente guariti per intercessione di mons. Romero”. (SIR)