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Andrea Rossi, storico cattolico, dottore di ricerca in Storia Militare e cultore di questa materia all’Università di Ferrara, ha appena pubblicato “Dieci anni. Cento libri. 2006-2016: un decennio di Orientamenti Storici” per la casa editrice specializzata in saggistica D’Ettoris Editori (Crotone 2017, pp. 160, € 13,90). Si tratta di un lavoro critico politicamente, storicamente e culturalmente scorretto, non il primo per questo Autore che, ad oggi, rappresenta uno dei pochi casi di storici di formazione accademica liberi dalla gabbia del “minculpop” delle baronie, dei gruppi politico-finanziari e delle case editrici totalmente succubi delle dinamiche commerciali.

Rossi è persino riuscito a pubblicare finora numerosi saggi e articoli su riviste scientifiche e in opere collettanee, con quattro libri finora all’attivo, tutti su temi di storia contemporanea.

Nel “lungo dopoguerra” nel quale, almeno dal punto di vista culturale e mediatico-ideologico, siamo ancora immersi, il periodo della “guerra civile italiana” 1943-45 costituisce una stagione non ancora risolta e segnata da sofferenza inaudita per il nostro popolo. La “causa” dello scontro fratricida che si è andato a sovrapporsi ai lutti causati dall’insensata partecipazione al secondo conflitto mondiale, ha contribuito infatti dopo l’8 settembre 1943 a dar luogo a uno conflitto nel quale le ideologie omicide (e genocide) del Novecento hanno generato migliaia di morti innocenti da ambo le parti. In tale contesto i cattolici delinearono un atteggiamento comune: scarso o nessun appoggio al regime mussoliniano declinante, fatti salvi alcuni elementi che si fecero suggestionare dal fanatismo dei sacerdoti vicini al gruppo “Crociata italica” di don Tullio Calcagno (prima sospeso a divinis, in seguito scomunicato e ucciso alla fine della guerra), appoggio alla parte moderata e democratica del “movimento di liberazione”. Nei mesi della guerra “in casa”, il clero e i fedeli subirono persecuzioni sanguinose da parte fascista, su tutti il caso di don Pasquino Borghi a Reggio Emilia, terribili rappresaglie dell’esercito nazionalsocialista rammentiamo ad esempio i cinque parroci uccisi dalle SS nei pressi di Marzabotto, assieme alle loro innocenti comunità, e lutti dovuti al furore marxista dell’immediato dopoguerra, dal giovane seminarista Rolando Rivi a don Umberto Pessina, dalla dozzina fra sacerdoti e  responsabili della DC emiliana e romagnola fino alle tante altre vittime la cui storia attende ancora di essere adeguatamente raccontata. Un sacrificio poco noto, che ha avuto come unica causa la pratica del Vangelo, l’amore per la libertà e la testimonianza della giustizia e che si cercherà di definire storicamente nel corso della relazione.

Sulla vicenda del seminarista-martire Rolando Rivi (1931-1945), beatificato il 5 ottobre 2013 a Modena, Rossi ricorda come il 10 aprile 1945 l’allora quattordicenne venne sequestrato da un drappello di partigiani comunisti, in odio alla veste talare che il giovane indossava. Portato prigioniero a Piane di Monchio, presso Modena, venne rinchiuso in un casolare per tre giorni, brutalmente picchiato e torturato. Nel pomeriggio del 13 aprile ‘45, spogliato e umiliato, fu condotto in un bosco vicino al luogo del sequestro e ucciso con due colpi di pistola, passando gli ultimi istanti della sua breve vita raccolto in preghiera. Oggi, come informa il Comitato “Amici di Rolando Rivi” (www.rolandorivi.eu), sono circa trenta i Paesi del mondo dai quali giungono richieste di informazioni e reliquie del Beato Rolando.

“Dieci anni Cento libri” è in definitiva un libro raccomandato a tutti coloro che cercano letture della storia recente fuori dal mainstream accademico-mediatico. Contiene cento recensioni di volumi pubblicate, appunto, su “Orientamenti Storici”, sito di «Recensioni e discussioni su saggi, ricerche e articoli di storia contemporanea» (http://orientamentistorici.blogspot.com/), negli ultimi dieci anni che hanno contribuito a vivificare il dibattito storiografico, arenato da decenni sugli stereotipi liberali e marxisti. È un libro per tutti gli appassionati di storia del XX secolo che si vogliono avvicinare senza pregiudizi a temi spesso considerati “tabù”: dai fascismi europei, alla Repubblica Sociale Italiana, dalle pagine oscure della “Resistenza” alle stragi del dopoguerra italiano. Prossimo settore di ricerca di Andrea Rossi, con un libro che sarà probabilmente intitolato “La fine di tutto”, è quello della fine dei collaborazionismi europei occidentali e orientali alla fine della seconda guerra mondiale e, specificamente, nel corso della prima settimana di maggio del 1945. Una ricerca che, ha anticipato l’Autore in una recente intervista, «porterà alla luce storie sorprendenti».

Per ordinare il libro si può scrivere a: commerciale@dettoriseditori.it.

Giuseppe Brienza

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