” Tra terra e Cielo, la mistica della liturgia orientale” (edizioni Cantagalli), è l’ ultimo e molto interessante saggio scritto dal noto ed autorevole teologo e liturgista barese don Nicola Bux. Si tratta di una guida attenta alla liturgia orientale, corredata da informazioni, documenti e persino da un indice didascalico dei termini. I capitoli sono dodici, per un totale di 408 pagine. La introduzione è affidata a Monsignor Cyril Vasil, Segretario della Congregazione per le Chiese orientali. In questo saggio, Bux torna a fare il..professore. Mentre nei precedenti ultimi libri Bux ha mescolato la sua grande competenza scientifica al brio narrativo, questa volta non è sbagliato parlare di un lavoro maggiormente sistematico, anche se fruibile dai non addetti ai lavori. Alla fine della presentazione abbiamo intervistato don Nicola Bux.
Don Nicola da che cosa nasce questo libro?
“Intanto sapete bene che mi sono sempre interessato alla liturgia orientale. Ma credo che sia giusto dire anche questo. Parto da un sondaggio avvenuto in Francia. Da tale sondaggio risulta che in undici Paesi tra Europa ed America Latina la fede cattolica è in crisi. E sapete perchè? Perchè come diceva saggiamente e in modo opportuno l’ allora cardinal Ratzinger, è in crisi la liturgia cattolica. Pertanto, essendo stretto il nesso tra fede e liturgia, la fede cede, quando cede la liturgia”.
Cioè?
“Lo dicevo prima. Ci sta uno strettissimo legame tra la fede e la liturgia. La fede cade quando la liturgia a sua volta è malata o in crisi. Oggi sempre più spesso, non sempre, le nostre liturgie hanno smarrito sacralità e devozione, al contrario di quello che avviene nei riti orientali. Nella celebrazione della messa il comportamento deve essere sempre devoto verso il sacro, a cominciare dai preti ai quali è richiesto un ulteriore sussulto di coscienza, ma tante volte accade esattamente il contrario. Vediamo preti che ballano, fanno stranezze, applaudono e ne combinano di ogni colore. E’ la dimostrazione che non credono in quel che sono e fanno. Un pensiero va agli inginocchiatoi che poco alla volta spariscono dalla chiese, o ai tanti sacerdoti che davanti alle immagini sacre, non si inginocchiano, ancor di più davanti al Santissimo Sacramento”.
E la liturgia orientale?
” Da noi si dice che alla messa bisogna capire tutto, che occorre spiegare ogni cosa. Ma quando vado a San Nicola e assisto alla Divina Liturgia e parlano in russo tantissime persone sono attente e quasi rapite. Eppure non conoscono bene quel rito e neppure la lingua russa. Come si spiega? Col semplice fatto che quello che conta non è il capire tutto, ma il senso del sacro. Si deve anche a questo se ultimamente tanti giovani da noi si sono avvicinati al Rito romano antico. Parliamo tanto di ecumenismo a buon mercato, ma dimentichiamo che il vero ecumenismo parte prima di tutto dal rispetto della nostra identità e tradizione”.
Il suo è un testo da addetti ai lavori?
” E’ un libro con una sua sistematicità, leggermente diverso dai recenti ultimi, ma penso che sia comprensibile a tutti, anche a chi non è uno specialista. Aiuta a studiare la liturgia orientale. Quando scrivo, la mia prima preoccupazione è il lettore, farmi capire da lui”.
Bruno Volpe