Un video del parroco siciliano e rettore del santuario Altavilla Milicia (Palermo) è diventato ormai virale. Il sacerdote, don Salvo Priola se la prende con quei preti che durante le messe inventano, creano, dicono stravaganze teologiche. Con passione, don Priola, nel video che si riferisce ad una omelia, invita i fedeli a denunciare apertamente tali situazioni.
Don Salvo, sorpreso dal fatto che il video della sua predica è molto gettonato?
” Sì. Mi sono posto la domanda, perchè? Eppure da sempre tengo omelie con calore e passione. Lo faccio sempre, specie quando mi rivolgo ai nostri emigrati negli Usa via streaming”.
Ma ci sarà una ragione per la quale il video è diventato virale o quasi…
” Probabilmente, azzardo solo una ipotesi, la gente comincia lentamente a prendere coscienza , questo è bene, che la liturgia è una cosa seria. Viviamo in un tempo nel quale si moltiplicano, purtroppo, omelie, catechesi, insegnamenti che non aiutano i fedeli a crescere nella fede, impregnate di buonismo e cose di cui tutti sarebbero in grado di parlare, come al salone del barbiere. Bisogna invece recuperare ed anche in fretta, una forma degna ed alta, ricordando il profondo legame tra lex orandi lex credendi”.
I fedeli tuttavia, sembrano molte volte indifferenti a certe prediche sciatte…
” Non comprendo appieno la ragione. Magari dipende anche da un certo analfabetismo religioso di fondo. La formazione del popolo di Dio spesso è carente e dobbiamo lavorare molto”.
Un prete recentemente non ha recitato il Credo, perchè ha detto di non.. crederci..
” Ma poi, da quanto ho letto, si è corretto, meno male. Qui il problema è generale. Bisogna ricordare a tutti che la liturgia è la forma più alta e degna di dare lode e gloria a Dio e dunque deve essere sempre ben fatta. Talvolta si trasforma la messa in teatro o spattacolo. Il prete si converte in una sorta di presentatore o attore, e non è bello. Questo succede anche per la utilizzazione non corretta delle chiese che sono fatte esclusivamente per il culto. Esiste in tanti sacerdoti, non tutti, la tendenza a piacere al mondo, a fare gli attori e questo trasforma la messa in una sorta di intrattenimento a sfondo religioso e la banalizza. Non possiamo o dobbiamo cambiare la liturgia, non è nostro compito e non ne siamo soprattutto padroni. Il prete agisce, quando celebra, in nome di Cristo e non di sè stesso. Ritengo che abbiamo toccato il fondo. Lo ripeto: il celebrante non ha alcuna facoltà di aggiungere, togliere ed eliminare parti della messa. Spiacevolmente si è determinato un errato concetto della creatività liturgica che ha causato e causa danni”.
Matrimonio in volo del Papa, può creare problemi ai sacerdoti di frontiera?
“Non lo escludo, può succedere. L’ importante è che non si banalizzi mai il sacramento. Il Papa come come capo della Chiesa, può fare legalmente tutto, è nel suo potere e va rispettato. Ma io come prete devo obbedire alla Chiesa, rispettare il sacramento e il diritto canonico senza piacere al mondo”.
Senso del sacro in calo?
” Vero, sta calando dopo il Vaticano II,ma non per responsabilità del Concilio certamente. Lo si deve ad un filone teologico che nega di fatto il senso del sacro. Tale filone ha una visione di Chiesa secolare, basta leggere gli scritti di certi teologi”.
Bruno Volpe
Don Salvo ha molta ragione in quello che afferma. Il Sacramento della parola e il Sacramento eucaristico sono la base della fede cattolica e non vanno mai banalizzati. Tuttavia nel rispetto delle disposizioni della Chiesa in alcuni luoghi e in alcune circostanze sono, secondo me, ammesse lievi e folcloristiche varianti atti a rendere i fedeli coinvolti nel sacro rito della messa. Il Cristo non faceva certo coreografie durante la sua predicazione, ma gli apostoli ci insegnano che per portare la fede occorre alcune volte ” essere tutto per tutti e ed ed essere in tutti” . Mi spiego per poter coinvolgere dei fratelli occorre prima dimostrarsi coinvolti nella loro vita e nel loro modo di essere, ovviamente in tutto ciò che è buono. S.Paolo in questo è stato un grande maestro di predicazione e di fraternità. Don Salvo ha anche ragione quando afferma che: “La formazione del popolo di Dio spesso è carente e dobbiamo lavorare molto”. Io aggiungo che sia preti che laici praticanti devono esprimersi con l’aiuto dello Spirito Santo e non con il proprio modo di pensare.