“Il primo vero e grande problema italiano è la famiglia.” Lo afferma in questa intervista a La Fede Quotidiana l’avvocato Gianfranco Amato, segretario del Popolo della Famiglia che si cimenta con qualche curiosità, alle sue prime elezioni politiche.
Amato, che cosa è al centro del vostro programma?
“Al numero uno, la famiglia che è il primo e vero grande problema italiano. Indubbiamente lavoro, economia, sicurezza e fisco sono importanti. Ma su tutto, bisogna mettere la famiglia e in connessione, la natalità”.
Spieghi…
“Quello della scarsa o nulla natalità è ormai un dato agghiacciante. Poco alla volta, ma costantemente, stiamo scomparendo e a tutto questo, come ha risposto o risponde la politica? Male o in modo incerto, sia a destra che a sinistra. Per rilanciare la natalità, occorre sostenere la famiglia e non è vero che il rimedio a questo, cioè alle culle vuote, siano gli immigrati. Oggi pare che pure il contrarre matrimonio sia un rischio”.
Alle corte. Dovete uscire allo scoperto. Guardate a destra o sinistra?
“Bella domanda. In Italia abbiamo provato entrambe le soluzioni, ma nessuna delle due ha fatto grandi cose per la famiglia, pensiamo alla introduzione del quoziente famigliare. Certamente, a nostro parere, il meno peggio è il centro destra. Ma il nostro compito è quello di fare da cani da guardia al centro destra sul rispetto dei valori non negoziabili e famiglia. Da questo punto di vista, anche il centro destra non sempre riesce impeccabile, anzi”.
Domanda. Perchè un elettore dovrebbe dare il voto a voi e non sostenere schieramenti maggiori . In pratica, il voto utile?
“Il PDF ha una sua strategia, cioè quella di ricalcare,ovviamente in meglio, il modello degli alfaniani nella scorsa legislatura. Loro, con un piccolo drappello, spesso sono stati determinanti. Senza ricopiare i loro errori, possiamo essere uguali e stimolare il centro destra, quando divaga, su famiglia e principi non negoziabili che devono essere rispettati”.
E se vi va male, se andate sotto il tre per cento, cosa che non si può escludere?
“Non è un dramma. Per noi, anche un due sarebbe ottimo. E’ la nostra prima competizione elettorale nazionale e vada come vada, inizia un progetto. Sbaglia chi afferma che i cattolici devono stare dappertutto, il modello Ruini ha fallito”.
La Chiesa italiana come vi accoglie?
“Anche in questo vi è spaccatura e confusione. Una parte di vescovi ci apprezza e taluni hanno firmato per noi, altri ci ostacolano”.
Bruno Volpe