E’ in fin di vita il cardinale Lehmann

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Il vescovo di Magonza, Peter Kohlgraf, ha chiesto una preghiera per l’ex presidente della Conferenza episcopale tedesca, il cardinale Karl Lehmann, che lotta con le conseguenze di un ictus e un’emorragia cerebrale. “Ora le sue forze stanno diminuendo, quindi dobbiamo temere per la sua vita nel prossimo futuro” – ha detto Kohlgraf – “è calmo e rilassato ed ha detto che è ora sulla sua strada, sull’ultimo pezzo del suo pellegrinaggio terreno”.

Karl Lehmann, classe 1936, è il vescovo emerito di Magonza ed è stato anche presidente della Conferenza episcopale tedesca (venne eletto nel settembre del 1987 e poi riconfermato nel 1993, nel 1999 e nel 2005 fino alle dimissioni per motivi di salute del 18 febbraio 2008). Lehmann vanta nel suo curriculum l’assistenza universitaria al celebre gesuita Karl Rahner e un impegno continuo per l’ecumenismo.

Il cardinal Lehmann è considerato uno dei cardinali più progressisti.

Nel 1994 ammise sotto certe condizioni i divorziati alla comunione sacramentale, ma fu subito fermato dall’intervento della Santa Sede. L’anno successivo i fedeli tedeschi (che poi confluiranno nel movimento Noi Siamo Chiesa) che chiedevano riforme quali il sacerdozio femminile e il matrimonio per gli ecclesiastici ottennero di incontrarlo in udienza. Nel 2000 fu al centro di una polemica per la sua opposizione a Giovanni Paolo II sul tema dell’aborto: in particolare il vescovo Lehmann difendeva il ruolo dei consultori. La vicenda si chiuse con un’ingiunzione del Papa, dopo la quale i consultori cattolici non hanno più potuto emettere il certificato richiesto per ricorrere all’aborto in una struttura pubblica. Nel gennaio 2009 dichiarò che: «La decisione di Benedetto XVI di riammettere Williamson nel seno della Chiesa è una catastrofe per i sopravvissuti dell’Olocausto», chiedendo pubblicamente le dimissioni del cardinale Darío Castrillón Hoyos, colpevole a suo giudizio di negligenza per aver promosso la remissione della scomunica senza essere stato al corrente delle posizioni negazioniste del vescovo lefebvriano.