Ormai da molti decenni viviamo in un contesto culturale in cui si legittima tutto, purché vi sia forte convincimento personale e notevole consenso, come è facile evincere dai clic “mi piace” su Facebook, per non parlare della “Vulgata” trionfante sui film, sugli spettacoli in prima serata, su ogni genere di intrattenimento. Siamo ridiventati pagani. Da secoli la nostra società non è più cristiana: Dio è divenuto un optional irrilevante, i Suoi Comandamenti sono ignorati e contraddetti, la sua Chiesa è diventata come una vigna senza siepe, con animali selvatici che vi scorrazzano ed ogni viandante ne fa vendemmia (cfr. Sal 80,13-14). La Madonna parla e richiama, ma pochi ascoltano.
Il punto forse più critico è il matrimonio e la famiglia: è il terreno di scontro di tutte le culture e di tutte le società. L’unione sessuale, che ne è al centro, comporta una valenza di molteplici interessi e conseguenze su tutti i piani: del comportamento, del costume, dei rapporti tra persone e tra famiglie, del divertimento, dello spettacolo, del commercio, della pubblicità, delle barzellette, ecc. Si può dire che per molta gente il sesso è il cibo principale, l’argomento preferito, l’interesse prevalente. Questo comporta ovviamente un partner scelto a piacere, sul quale non si discute, ma che ordinariamente è intercambiabile. Comporta avere soldi e libertà, occasioni d’incontro e di intrattenimento. Poi, bisogna piacersi; se no, meglio lasciarsi. Niente catene.
Al livello legislativo, per gli innegabili aspetti sociali dell’uso del sesso e delle unioni di coppia, i vari legislatori si sono affrettati a ratificare i costumi vigenti: non punibilità dell’adulterio, diritto al cambio di partner, diritto a cancellare il concepito indesiderato (pillole, aborto fino al termine), diritto alla convivenza senza impegni, diritto al coniuge dello stesso sesso, diritto al “poliamore”, ecc. Il legislatore acconsente e ratifica: “Il sesso è tuo e ciò che ne vuoi fare ne fai”. Ovviamente ora aggiunge: “Il corpo e tuo. Quando decidi di uscire di scena, lo puoi fare (eutanasia)”. Abbiamo così i nuovi diritti, che ogni partito al potere si guarda bene di sconfessare, pena la perdita del consenso col quale governa.
Tutto questo è spacciato per Civiltà, Modernità, Progresso, conquista di diritti, di parità, trionfo contro le ingiuste discriminazioni di genere, con plauso sulla distruzione degli “stereotipi”, sul cambiamento dei paradigmi, sul mutamento, sulla identità liquida. Tutta la cultura odierna converge su questo obiettivo: Bisogna distruggere la famiglia tradizionale e il matrimonio uomo/donna come prima si vivevano, sotto il patrocinio del cristianesimo. Basta con la vecchia dottrina cristiana! È roba passata! Siamo moderni! Taccia la Chiesa! Non ci dica regole che non vogliamo, ma si metta con noi, nei nostri panni, nelle nostre condizioni esistenziali e ci dia comprensione e non giudizi. La vita è cambiata: Abbiamo nuovi modelli, nuovi valori più attuali, nuovi contesti multi-culturali. Non si può tornare indietro. Dobbiamo andare avanti!
Ma avanti verso dove? I Pastori delle genti (legislatori, governanti, capi religiosi) dovrebbero seriamente porsi la domanda. Verso quale meta stiamo andando? Ciò che stiamo costruendo è vitale o mortifero? Nei Paesi Nordici assunti come modelli (Danimarca, Norvegia, Svezia, Islanda, Finlandia), la famiglia sta scomparendo. Trionfano i single, i nati senza padre certo, le donne con figlio ma senza marito, le unioni occasionali, con tutti i rimedi della solitudine: alcolismo, droga, stupri, slot-machine, antidepressivi. In tali Paesi, la religione è quasi scomparsa: in Svezia uno per cento va in chiesa. Non si può dire che sono atei; semplicemente non cercano Dio. Possono mai avere futuro? È proprio questa la via del progresso o della distruzione?
Siamo al nuovo paganesimo. Di cristiano non c’è più neanche il nome. Con la religione è scomparsa pure la Legge naturale. Così l’accoppiamento sessuale si può fare come si vuole e con chiunque si vuole, pure con le bestie. Se questa è civiltà, poveri noi! Siamo proprio arrivati all’abisso da cui non c’è uscita, se non per mano divina, come da Sodoma e Gomorra. In verità Dio è interpellato e sicuramente si muoverà a salvezza dell’uomo, magari come ai tempi di Noè, mettendo dentro l’Arca di salvezza, che è il Cuore Immacolato di Maria, gli eletti e facendo piazza pulita dei reietti, che pur avendo conosciuto la verità non vi hanno aderito, ma si sono compiaciuti della menzogna (cfr. 2Tes 2,11-12). “Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen” (Rom 1,24-25).
A noi che crediamo nella salvezza di Cristo, che con la sua morte e risurrezione ha cambiato le sorti dell’uomo, vinto il peccato e fatto risorgere la vita nuova che mai finirà, resta più che mai l’obbligo, la missione, la voglia centuplicata di annunziare il Vangelo della salvezza. “Se uno è in Cristo, è una nuova creatura” (2Cor 5,17), dice giustamente S. Paolo e ripetiamo pure noi. Le cose vecchie sono passate e ne sono nate di nuove. Il mondo con la sua triplice concupiscenza va alla malora, ma chi ha trovato Cristo è rinato, ha trovato la sua vera identità di figlio di Dio, vivente per il Cielo, per instaurare pure sulla terra il regno di Dio. Solo questo porta gioia e pace; solo questo dà vita vera e fecondità di opere buone; solo in Gesù c’è vero amore e futuro sicuro.
Abbiamo trovato una bella e credibile testimonianza di vita nuova in Cristo, da parte di Marzia che convive “castamente” con Tiziano, suo compagno, dopo aver avuto da lui tre figli. Dopo alcuni anni di convivenza, si sono convertiti ed hanno deciso di cambiare vita, pur senza sciogliere la loro unione. Hanno chiesto e ottenuto da Dio il dono della castità e la vivono con vera gioia, come una novità divina, tanto da aver fondato “Cuori nuovi”, una associazione per persone divorziate e risposate che vogliono vivere in grazia di Dio. (Cfr. https://m.youtube.com/watch?v=1ZWLFMGMyBo). Marzia osa interpellare i Pastori, facendo brillare come dono di Dio che rende liberi e felici la castità. Fa impressione sentir parlare di castità una donna che convive con un uomo che non è suo marito. La cosa si può spiegare solo se veramente ci si incontra con Cristo.
Nelle cronache di questi giorni ci sono alcune note ricorrenti: le molestie sessuali molto più frequenti e diffuse di come si potesse immaginare, i femminicidi e suicidi di uomini disperati, i rapporti sessuali tra adulti (insegnanti, istruttori) e alunni minorenni, gli stupri, i maltrattamenti di bambini negli asili e di vecchi nei ricoveri. Si ipotizzano pene più severe, denunce e restrizioni, impianti di video-sorveglianza negli asili e nei ricoveri, divorzi-lampo e separazioni sprint per allontanarsi dal coniuge respinto, ecc. Poveretti! Sono sempre più in preda dell’ansia e dell’angoscia. “Ci vogliono più controlli!”, dicono. Ma intanto, “nessuno mi tolga il diritto di fare ciò che voglio. Io sono una persona libera!…”. Nessuno si rende conto che se manca l’amore e l’uomo è un disperato questo succede proprio perché Dio non c’è più? Come si può vivere senza stare nell’abbraccio dell’autore della vita? Dio è nostro Padre: beati quelli che come Marzia vi fanno ritorno. Allora tutto cambia. Si, solo nella via del Vangelo c’è vera gioia e libertà.
Padre Giuseppe Tagliareni*
*Classe 1943, Laurea in Medicina e Chirurgia, Licenza in Teologia Morale Pastorale presso la Pontificia Università Salesiana di Roma, Padre Giuseppe Tagliareni guida dalla fondazione (1983) l’Opera della Divina Consolazione, un’associazione di fedeli che vogliono da una parte consolare Dio nel mistero del suo dolore per le offese e gli abbandoni degli uomini e dall’altra consolare gli afflitti con le consolazioni di Dio e gli insegnamenti della Chiesa Cattolica.
L’ultimo suo libro è “LA CELESTE CONDOTTIERA”, 70 pagine, euro 10,39, in vendita su Amazon (vedi QUI) e su altri web book on line (vedi QUI).