Un acrostico è un gioco di parole in cui le lettere iniziali di un nome, se ben collegate, possono formare una bella frase di senso compiuto. In occasione della festività di San Giuseppe (19 marzo) dedichiamo al patrono della Chiesa Cattolica (così lo ha dichiarato il beato Pio IX l’8 dicembre 1870) una piccola composizione e un breve commento teologico-spirituale.
Giusto
Israelita
Ubbidì
Sempre.
Esemplare
Padre
Putativo,
Educò
Dio-con-Noi;
Ispirato
Nazareno:
Adorava
Zelantemente,
Amava,
Rifletteva,
Espletava
Teneramente.
Giovane sposo della Beata Vergine Maria, padre terreno di Nostro Signore Gesù Cristo, San Giuseppe, istruito dalla Sapienza divina attraverso gli angeli, non per cultura umana ma per istruzione soprannaturale fu custode del Redentore tra mille pericoli e sofferenze. Si diresse con spirito sicuro nel mare del mistero della grazia che viveva con la “sua” Maria e il “suo” Gesù, intonando con Loro le meraviglie spirituali che la Santa Famiglia ci ha lasciato (purezza, fedeltà e perfetto amore imperituro).
Nel sacro silenzio della sua anima fece risuonare unicamente Dio.
Giusto e pio, tutelò e difese da insidie umane e diaboliche il Figlio di Dio.
Dopo la bufera della prova, grande per il sacrificio, la pazienza, la costanza e la fede (credette senza aver visto i miracoli del Messia), attraverso il pio transito spirò fra le braccia di Gesù e di Maria, consumato d’amore per Dio.
Adesso protegge dal cielo tutta la Chiesa e, in particolare, i milioni di cattolici che si sono posti sotto la sua protezione e intercessione.
Matteo Orlando