Nel convento dei cappuccini di Padre Pio a San Giovanni Rotondo vive un anziano vescovo argentino, dunque connazionale e conoscitore di Papa Francesco. Si tratta di Monsignor Juan Rodolfo Laise, cappuccino, vescovo emerito di San Luis in Argentina, fiero oppositore della comunione amministrata nella mano e di ogni forma di modernismo. Lo abbiamo intervistato.
Eccellenza Laise, lei conduce una battaglia contro la comunione amministrata in mano, perchè?
” Perchè in quel modo, cioè in mano, prima di ogni cosa, rendiamo il sacramento idea protestante. Inoltre, ma questo non è affatto secondario, perdiamo di vista il senso del sacro e dunque di Dio”.
Chiariamo…
” Quando ci si accosta alla Santa Comunione, bisogna farlo coscienti di quello che riceviamo. Invece, in tanti casi vi è superficialità. Questo dipende non dalla modernità in genere, ma dal clima rilassato e poco incline al sacro, frutto del modernismo. Tale clima, spiace dirlo, è presente certamente nel vivere di ogni giorno, ma anche nella stessa Chiesa. Noi uomini di Chiesa siamo in parte responsabili di questo. Non intendo lanciare accuse, ma in tale ottica anche il Papa dovrebbe insistere di più e non lo fa”.
Dunque come prendere la comunione?
” In ginocchio e sulla lingua. Occorre degnamente rispettare ed onorare il corpo del Signore che riceviamo col sacramento. Lo ribadisco: abbiamo smarrito, anche nelle forme, il valore del sacro e questo è un abuso molto grave del quale ha colpa Paolo VI che ha aperto la porta a questo modo di agire. Dopo il Vaticano II la Chiesa ha cominciato a vacillare per quanto concerne il sacro”.
Ultimamente Papa Francesco ha accentuato il dialogo con i luterani. Che cosa pensa della intercomunione?
” Sono fermamente contrario. Come possiamo condividere tale sacramento con chi non ne condivide i fondamenti dottrinali? Andiamo verso verso una confusione e la stessa entrata della statua di Lutero in Vaticano mi ha sorpreso in negativo. I protestanti sono eretici a tutti gli effetti e dunque la intercomunione non è praticabile. Lo è solo se il protestante aderisce alla fede cattolica dopo adeguato e accurato percorso”.
Amoris Laetitia: è possibile dare la comunione al divorziato risposato civilmente?
” Assolutamente no. Chi divorzia e si risposa secondo rito civile è in situazione di peccato gravissimo, fuori della grazia di Dio e non può accostarsi al sacramento salvo che si penta e faccia concreto e reale proposito di cambiare vita. Su questo vale il Vangelo e il Magistero della Chiesa e la dottrina dei sacramenti , nessuno ha il potere di cambiare questo. Noi ne siamo amministratori e non proprietari. E’ vero, sulla applicazione concreta di Amoris Laetitia esiste il rischio concreto del relativismo e sarebbe opportuno un chiarimento come venne richiesto con i Dubia”.
Bruno Volpe
Chi opera per l’intercomunione, vuole distruggere la vera Chiesa fondata dal Signore Gesù ed edificarne un’altra falsa che sarebbe la “chiesa ecumenica”, il cui capo sarebbe il “Principe di questo mondo”.
Con.cordo
Altrimenti perché sarEmmo cristiani E non altro
Ma facciamolo Papa.
Monsignor LaisE dicE bEnE.
La comunionE sulla mano è orrEnda