Si è conclusa a Licheń, in Polonia, dove sorge il Santuario di Nostra Signora di Licheń (la più grande chiesa della Polonia che possiede anche la torre più alta del Paese, la sesta d’Europa, con i suoi 141,5 metri d’altezza) la seconda edizione del workshop “Ars celebrandi”, sulla liturgia tradizionale, che quest’anno ha guadagnato sui mezzi di comunicazione polacchi (e non solo) una certa notorietà grazie alla presenza di due ospiti d’eccezione: il Vescovo Athanasius Schneider del Kazakistan e Padre Jan Kaczkowski.
Al laboratorio Ars celebrandi di quest’anno hanno partecipato ben 200 persone (di cui oltre 40 sacerdoti), soprattutto giovani. Dopo che il Papa emerito Benedetto XVI ha promulgato il Motu Proprio Summorum Pontificum, con il quale ha facilitato l’accesso alla forma più antica del rito romano, il numero dei fedeli interessati a questa forma della Messa sta crescendo rapidamente in tutto il mondo e la stragrande maggioranza degli interessati sono proprio i giovani.
Padre Jan Adam Kaczkowski (classe 1977), sacerdote cattolico polacco insignito nel 2012 dal Presidente della Polonia Bronislaw Komorowski della Croce di Cavaliere dell’Ordine della rinascita della Polonia, dottore in teologia e bioetica, è l’organizzatore e il direttore della chiesa della casa sociale (che aiuta la gioventù difficile e le persone condannate) e ospedale san padre Pio di Puck e docente di bioetica presso l’Università di Niccolò Copernico. In Polonia è noto per aver organizzato programma di formazione sulla bioetica cristiana, conducendo conferenze e seminari su diversi temi, in particolare sull’etica per la medicina e del diritto sotto all’Areopago nome dell’etica.
Padre Kaczkowski da alcuni mesi ha deciso di avventurarsi nella celebrazione della Santa Messa nella forma straordinaria del Rito Romano e ha ricordato che «per molto tempo mi sono preparato per tale celebrazione, ma ero più un teorico che un praticante. Ho letto molto sulla storia del rito, ma avevo paura di celebrare nel rito straordinario perché io non conosco bene il latino e ho problemi di vista. Inoltre avevo paura di non essere in grado di eseguire quei gesti precisi».
Il Vescovo kazako monsignor Athanasius Schneider, che ha presieduto diverse funzioni (Santa Messa, Vespri, ecc.) al termine della sua visita a Lichen ha dichiarato: «sono davvero profondamente impressionato dalla riunione di Ars celebrandi, e soprattutto per il fatto che ho incontrato tanti giovani e giovani sacerdoti che vogliono mostrare il vero amore per la liturgia e una maggiore riverenza per Gesù nella sacra liturgia. Ho vissuto qui un bell’esempio di primavera della Chiesa».
Per un’intera settimana sono state celebrate diverse Messe nella forma straordinaria del Rito Romano, sono stati organizzati laboratori musicali di canto gregoriano, polifonia e organo, e sono state curate anche le produzione di pizzo e la manutenzione dei paramenti sacri.
Monsignor Schneider ha tenuto anche una conferenza, dal titolo “Il rinnovamento della liturgia e il senso eterno della Chiesa”, sul corretto rinnovamento della liturgia e sul dignitoso onore del Santissimo Sacramento. Ha risposto anche alle domande da parte dei partecipanti sul ultimo libro “Corpus Christi“.
Citando abbondantemente il Nuovo Testamento, gli scritti dei Padri della Chiesa e la Costituzione sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium del Vaticano II, monsignor Schneider ha sottolineato che «una caratteristica essenziale della liturgia sacra è l’adorazione di Dio». La liturgia eucaristica «è l’implementazione più grande del primo comandamento di Dio che Gesù ci ha ricordato (Matteo 4,10)».
Nella parte successiva della sua lezione, il vescovo Schneider ha presentato un modello di corretta liturgia della Chiesa, sulla base del libro dell’Apocalisse. Essa è caratterizzata da sette elementi: “in ginocchio”, “profondo inchino”, “cadere con la faccia a terra”; “l’incenso”; “la canzone spirituale” (da non confondersi con quella secolare e sensuale), “la preghiera con gli angeli”; “i lunghi periodi di silenzio e di immissione in Cristo Signore, l’Agnello immolato”.
In un sermone, pronunciato in polacco, durante la Messa pontificale celebrata nella Basilica di Lichen, monsignor Schneider ha parlato degli orrori che nascono quando manca il giusto onore nei confronti del Santissimo Sacramento e dei numerosi casi indegni di ricezione della Santa Comunione, ricezione spesso praticata senza la fede piena e senza il vero pentimento.
Ha poi aggiunto: «l’uomo peccatore vuole mettere se stesso al centro, anche all’interno delle chiese, anche durante il banchetto eucaristico; vuole essere visto e notato. Ecco perché Gesù Eucaristia, il Dio che si è fatto uomo, presente nel tabernacolo sotto le specie eucaristiche, viene rimosso in molte chiese e viene messo da parte».
Il vescovo Schneider ha voluto elogiare i Maestri di Cerimonie e i ministri, così come i musicisti che hanno cantato musica gregoriana e ha ricordato che «la liturgia tradizionale è un tesoro per tutta la Chiesa, e un tesoro che ci ha tramandato dai nostri antenati, dobbiamo amarla e trasmettere alle generazioni future. La liturgia ci porta a sperimentare la presenza di Dio, Gesù e il mistero del Suo sacrificio sulla croce, e la bellezza e la maestà di Dio e ci avvicina a Lui. Naturalmente è necessario che le belle celebrazioni influenzino la nostra vita personale, cristiana, dei valori morali. Dovrebbero essere una forza che aggiunge nuova forza e nuova gioia alla vita, una vera vita cristiana. Mi auguro che in futuro questi incontri di “Ars celebrandi” attirino sempre più giovani, seminaristi e giovani preti e che essi vengano aiutati a vivere più vicino a Gesù e rivivere il mistero infinito e ineffabile della Messa».
Matteo Orlando