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Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), fondatore dell’associazione Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP), è stato un eminente leader cattolico ws è considerato uno dei più grandi maestri del pensiero controrivoluzionario del secolo scorso.

In un libro appena pubblicato dalla Casa Editrice Chorabooks, dal titolo “Plinio Corrêa de Oliveira (2019), Cristianità. Dalla periferia al centro”, sono stati raccolti alcuni saggi del pensatore brasiliano sulla civiltà cristiana.

“Un elemento caratteristico dell’odierno disordine (e quindi di anticattolicesimo, giacché cattolicesimo ed ordine si identificano) è l’esistenza di mali opposti ed antagonistici che, purtroppo, invece di cancellarsi si aggravano a vicenda. Se da un lato l’eccesso di preoccupazioni scientifiche ha generato ai giorni nostri un abuso di scientismo, dall’altro il progressivo declino della capacità intellettuale dell’uomo moderno ha provocato una decadenza generale nella spiritualità, veramente funesta in ogni sua conseguenza. Fra questi due estremi, nati dal paganesimo, la Chiesa propone la soluzione equilibrata, e dunque cattolica, di una cultura razionale senza che sia razionalista e sufficientemente diffusa per impedire l’involuzione progressiva delle masse”, scriveva.

Il Professor Julio Loredo, Presidente della Tfp Italia, nella sua introduzione al libro su Plinio Corrêa de Oliveira , afferma che “il processo rivoluzionario è esploso in ambito tendenziale e culturale, con l’umanesimo e un certo rinascimento, che hanno sovvertito in radice la mentalità dell’uomo medievale, innescando il processo storico poi identificato con la ‘modernità’. Nel secolo XVI, forse ritenendo che il terreno fosse ormai predisposto, la Rivoluzione tenta il grande colpo: col protestantesimo si scaglia direttamente contro la Chiesa, cercando di distruggerla nella sua costituzione organica, nel suo magistero, nella sua liturgia, nella sua disciplina. ‘Papato, vivo io ero la tua peste! Morto sarò la tua morte!’, furono le ultime parole di Martino Lutero, figura emblematica di questa rivoluzione. La risposta della Chiesa è stata immediata, profonda, esaustiva: una Contro-Riforma avente per nucleo il Concilio ecumenico di Trento e come guida una schiera di santi quale non si era vista da secoli, a cominciare dal Papa San Pio V. La Chiesa affrontò il problema a 360° gradi: dal campo teologico a quello liturgico, culturale, artistico e via dicendo. La vittoria è stata talmente schiacciante che la Chiesa uscita dalla Contro-Riforma è arrivata largamente intatta fino agli anni 1960. Sconfitta, la Rivoluzione ha cambiato approccio, passando a esercitare la sua azione deleteria con più intensità nel campo temporale, salvo poi da lì insinuarsi nella Chiesa. La mentalità dei cattolici – che al 99% vivono nella società civile – è stata gradualmente modellata dagli errori e dalle tendenze rivoluzionarie dilaganti in ambito civile, dall’illuminismo e la rivoluzione francese al comunismo e il sessantottismo. A partire da questo ambito è stato poi facile influenzare la Chiesa. Un’analisi degli errori ed eresie che hanno funestato la Sposa di Cristo negli ultimi due secoli – dal cattolicesimo liberale al Modernismo alla Nouvelle Théologie fino al progressismo – mostra che, senza eccezioni, essi provengono da infiltrazioni di errori e di tendenze del campo temporale, e sempre col pretesto di “adattare la Chiesa ai tempi”. In altre parole, le concezioni rivoluzionarie in campo civile sono diventati la matrice delle trasformazioni in campo religioso. È attraverso la sfera civile che gli errori della Rivoluzione finiscono per incidere sulla Chiesa”.

Il testo sul pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira (che è disponibile QUI) è ricco, nelle sue 130 pagine, di contenuti che aiutano a ripensare in modo profondo il modo in cui il cattolicesimo ha approcciato la sfida con la modernità.

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