Il generale che guidò brillantemente le truppe Cristeros nella loro lotta alla macabra guerra scatenata contro la Chiesa Cattolica dal tiranno Plutarco Elías Calles, non fu mai un massone.
Si era sempre creduto che Enrique Gorostieta non fosse particolarmente devoto e, addirittura, che sarebbe stato un membro della Massoneria. Unendosi con i Cristeros Gorostieta si sarebbe poi convertito vedendo la fede incarnata nelle vite di quegli uomini eroici e generosi che presero le armi per difendere Dio e la Chiesa al grido di «¡Viva Cristo rey!».
Questo è ciò che leggiamo nel lavoro pioneristico dello storico francese Jean Meyer , La Cristiada, ed è anche ciò che si vede nel film in cui Gorostieta è interpretato da Andy García (nella foto).
In realtà, ed è lo stesso Meyer che lo afferma adesso, in un articolo pubblicato recentemente su El Universal, il generalissimo fu da sempre cattolico, profondamente devoto, tutto d’un pezzo e, convintamente aveva creduto nella causa cristera. Certamente aveva nutrito dubbi, da militare esperto qual era, sul successo della missione, ma non per questo si tirò indietro. Insomma, «¡Viva Cristo rey!» lo aveva gridato con convinzione da subito, da sempre.
Scrive Marco Respinti: “Proveniva, Gorostieta, da una famiglia cattolica, devota, che lo aveva educato alla fede e al patriottismo autentico […]. Fu dunque un grande combattente, un generale sagace, un messicano vero, un cattolico coraggioso, un soldato integerrimo di Cristo. Meyer lo rivela oggi […] La sua famiglia era molto cattolica, erano tutti praticanti, senza eccezioni. Le lettere, scritte tra cavalcate e combattimenti, rivelano un uomo profondamente innamorato della moglie e che adora i propri figli. E un cattolico che ha accettato di prendere la strada della montagna per dovere, per difendere il popolo cattolico e la Chiesa. Tra le righe, giacché Gorostieta deve scrivere con prudenza, si legge il grande dramma della Cristiada, l’impegno totale di un uomo che invoca Dio, Cristo e Maria, che si affida alle preghiere del suo popolo, che prega per il suo popolo e che non dubita della vittoria finale”.