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Nelle chiese italiane vale l’andazzo di luci e delle immagini proiettate sulle facciate.

L’incipit fu della Basilica di San Pietro con le stravaganti tigri e scimmie che con il sacro non ci azzeccano nulla. Del resto, in una Chiesa cattolica così mal messa nella quale si onorano la Pachamama e il giubbotto salvagente dei migranti (naturalmente con Greta)  è il minimo sindacale.

Ma a Bari il minimo si è raggiungo e superato. Da tempo i padri Domenicani e non solo, tirano per la giacchetta san Nicola che è diventato motivo e ragione di ogni nefandezza liturgica e culturale e soprattutto pretesto di ogni stravaganza (clamorose le topiche e le malefatte durante la Caravella). Tuttavia, questa volta  si è andato oltre. Sulla facciata della Basilica, infatti, campeggiano di sera le solite immagini che alla gente piacciono, naturalmente. Ma non tutto quello che la gente ama è adatto al senso del sacro e qui torniamo alla partenza. I fedeli vanno educati e non assecondati. Però i Domenicani hanno  osato di più.

Sul lato destro della  facciata della Basilica campeggiano scritte pubblicitarie di: nota casa di pasta del luogo, concessionaria di auto, catena di supermercati, e  due banche tra le quali la controversa ed attuale Banca Popolare.

Interpellato da noi un ex Priore ha candidamente ammesso: ” Ma questo serve per pagare le spese della illuminazione”. Certo, ma chi vi ha detto di mettercela? Questa carrellata di sponsor  crea  l’ immagine dei mercanti nel Tempio. Dicevamo che tra gli sponsor presenti sulla facciata ci sta la Banca Popolare e qui è giusto aprire una parentesi. Chi è di Bari sa bene che nel passato la processione del santo Patrono, Nicola, prima di visitare la Camera di Commercio, faceva una singolare sosta davanti alla sede della Banca Popolare. Poi la tradizione si interruppe.

Aspettavamo  le lamentazioni dei soliti paladini (anche ecclesiastici) della legalità pronti ad insorgere contro inchini e soste di processioni in Calabria e altre terre, ma su quella barese davanti alla banca silenzio. E allora  sarebbe utile ( per tutti) capre il motivo e le ragioni di queste relazioni amichevoli  tra Banca Popolare e Basilica Pontificia di San Nicola, specie durante i priorati di padre Bova (non molto amato dall’allora arcivescovo Mariano Magrassi) e Distante. Nessuna accusa o illazione, solo la voglia di  comprendere, tutto qui. Insomma: perchè il santo si fermava davanti alla Banca e quali le motivazioni?

In quanto alle immagini sulla facciata della Basilica , sulle pubblicità  ed il resto l’attuale arcivescovo di Bari- Bitonto Monsignor Francesco Cacucci, che è delegato pontificio della Basilican, potrebbe e dovrebbe dire due parole. Ma l’ arcivescovo  è in scadenza e con tutta probabilità tra sei mesi arriverà il suo sostituto. Pare che le piste portino tutte a don Giuseppe Bonfrate, tarantino, 50 anni. Da indiscrezioni sappiamo che la nostra fuga di notizia lo ha innervosito e la ha addebitata a manovre della destra ecclesiastica locale per bruciare il suo nome. Diciamo :  allora indirettamente si conferma appartenente ad uno schieramento. E  quindi dimostra che non potrebbe rappresentare un pastore di unità, ma di divisione. Intanto  spunta altro candidato per Bari, Mosignor Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta.

Bruno Volpe

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