Il Vangelo di Sabato 3 giugno 2023
Marco 11, 27-33
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?».
Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo».
E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
COMMENTO DI DON RUGGERO GORLETTI
Quando ci si avvicina a Gesù, alle sue parole, con l’animo di chi non vuole capire e imparare, ma di chi non vuole accogliere il suo insegnamento, non si ricava nulla di buono. Quando si accosta il magistero della Chiesa (il magistero ufficiale, bimillenario, non l’insegnamento sporadico, personale, di questo o di quel prete, di questo o di quel vescovo, e nemmeno di questo o di quel Papa) con il piglio di chi dice: «come ti permetti di parlare così, di dire queste cose?», ecco che non si ricava nulla di buono. Gesù tace. Non ci illumina. Noi invece dobbiamo accostarci alla scrittura e al magistero con l’umiltà di chi vuole ricevere una luce per la propria vita, con la docilità di chi accoglie le parole del Signore non come un consiglio o un parere tra i tanti, ma come l’unica parola in grado di portare luce nella nostra vita. Una parola che se ascoltata e messa in pratica illumina la nostra mente e riscalda il nostro cuore.