“Alfie Evans respira autonomamente da 60 ore, questo è il fatto, la buona novella che ha fatto impazzire e incattivire l’ingranaggio. E che ci dà l’occasione di conoscerlo in tutta la sua crudeltà: l’ingranaggio è costruito per stritolare il fragile senza possibilità di difesa. È fatto di leggi e pratiche mediche che dominano il nord Europa e che ora, grazie ad Alfie che respira ancora, possiamo comprendere nel dettaglio. L’ingranaggio è disumano e il tema è che vogliono introdurlo da noi. Perché? Il NHS da quando l’ha implementato ha risparmiato 17 miliardi di sterline. Gli interessi in ballo sono colossali: denaro e potere sulla vita, sulla morte delle persone. E su Repubblica il presidente del comitato di bioetica Lorenzo d’Avack dà un’intervista intollerabile quasi quanto Odifreddi e Cecchi Paone a Matrix con il loro “amore per la scienza” che diventa odio per la vita dei fragili. Resisti, Alfie, alla faccia loro”. Così ha commentato l’evoluzione del “caso Alfie Evans” il leader del movimento politico pro life Mario Adinolfi.
Il 24 aprile Adinolfi aveva commentato la disinformazione dei media italiani in materia. “In prima pagina su Repubblica è Michela Marzano a dettare la linea: su Alfie c’è accanimento terapeutico e l’Italia ha sbagliato e fatto “un pasticcio” riconoscendogli la cittadinanza italiana. Nelle pagine interne Maurizio Crosetti definisce “armata Brancaleone” il Popolo che prega per Alfie. Il Tg1 e Unomattina si allineano all’idea che il giudice-boia di Sua Maestà britannica sta agendo al “best interest” del bambino. Che sarebbe ucciderlo”.
“La Gran Bretagna uccide un bambino italiano, negandogli l’ossigeno per spiegare a tutti che le loro sentenze di morte sono senza pietà. Alfie credo ci abbia detto quali sono le inevitabili conseguenze della costruzione di un sistema di diritto nordeuropeo in cui ormai si è anche oltre l’eutanasia, in cui semplicemente l’approccio alla fragilità è talmente pragmaticamente crudele da prevederne la sistematica marginalizzazione, per arrivare all’eliminazione fisica. L’Italia risponde naturalizzando Alfie e proponendo come alternativa il proprio ordinamento giuridico e il proprio sistema sanitario, con la fondamentale collaborazione del Vaticano. Spero che si capisca che il futuro e la libertà dell’umanità è qui, l’inferno della nuova schiavitù e delle persone trasformate in cose è là. La loro “modernità” è profondamente inumana e incivile.