Dice di “non voler giudicare”, ma papa Francesco esprime chiare riserve sulle modalità con cui è avvenuto il ritiro dall’Afghanistan delle truppe statunitensi e dei loro alleati Nato: rileva in particolare che non si è tenuto conto delle possibili conseguenze, di tutto quanto poteva accadere, con evidente riferimento alle sofferenze della popolazione evacuata, dei fuggiaschi aggrappati agli aerei in partenza. E anche di quanti sono rimasti nel Paese una volta terminato il ponte aereo.
Insomma, per il Papa “non sono state prese in considerazione tutte le eventualità”. La preoccupazione del Pontefice per la situazione in cui sono rimasti i cittadini afghani dopo la partenza delle truppe Usa e alleate ed il definitivo ritorno al potere dei talebani emerge dalla nuova anticipazione dell’intervista concessa alla radio cattolica spagnola Cope, che andrà in onda nella sua interezza domani mattina. Nel passaggio diffuso oggi, a Francesco viene chiesto se ritenga che la popolazione dell’Afghanistan sia stata “lasciata a se stessa”.
“Da quanto si vede qui, non sono state prese in considerazione, a quanto pare, non voglio giudicare, non sono state prese in considerazione tutte le eventualità”, risponde papa Bergoglio. Ma il Pontefice fa anche un annuncio, aggiungendo di “essere sicuro” che “la Segreteria di Stato vaticana stia lavorando affinché non ci siano rappresaglie nei confronti della popolazione” con l’arrivo dei talebani. Nel suo appello per l’Afghanistan di domenica scorsa all’Angelus, Francesco ha chiesto “di continuare ad assistere i bisognosi e a pregare perché il dialogo e la solidarietà portino a stabilire una convivenza pacifica e fraterna e offrano speranza per il futuro del Paese”. E ha esortato i credenti a “intensificare la preghiera e praticare il digiuno”, poiché “in momenti storici come questo non possiamo rimanere indifferenti”.
E nel precedente appello del 15 agosto, unendosi “all’unanime preoccupazione per la situazione in Afghanistan”, aveva invocato che “cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo”. “Solo così la martoriata popolazione di quel Paese – uomini, donne, anziani e bambini – potrà ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco”, aveva avvertito. E che la situazione nel martoriato Paese sia costantemente al centro dei pensieri del Papa viene confermato – in un’intervista a Vatican News – dal fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, ricevuto ieri in udienza da Bergoglio in Vaticano. “Il Papa è profondamente preoccupato per l’Afghanistan, segue la situazione giorno per giorno, ma non ha abbandonato il sogno e la visione – di questo abbiamo parlato – di costruire un mondo nuovo post Covid, in cui la solidarietà sociale si accompagni alla solidarietà internazionale – spiega Riccardi -. La Fratelli Tutti è la Magna Carta e lo spirito con cui costruire questa società del dopo pandemia”. (ANSA)