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Moriva a Ippona il 28 agosto del 430, era nato il 13 novembre del 354 a Tagaste (città africana dell’attuale Algeria)

di Francesco Bellanti

TARDI TI AMAI – AGOSTINO D’IPPONA

“Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti e arsi di desiderio della tua pace”.

(Confessioni 10,27,38)

Nasceva il 13 novembre del 354 a Tagaste uno dei più straordinari personaggi della storia dell’umanità, dottore della Chiesa, chiamato anche Dottore della Grazia, grande scrittore in latino, teologo eccelso, oratore brillante, filosofo, poeta, mistico, pastore, vescovo, uno dei fondatori della Chiesa e del Cristianesimo moderno, come moderno fu lui, intellettuale complesso dall’anima tormentata che trova pace e la verità dopo un complesso e travagliato percorso interiore. 

Dopo la conversione dal manicheismo e dallo scetticismo al Cristianesimo, Agostino spazzò via tutte le eresie dell’epoca – ariani, pelagiani, manichei, pagani – con un’attività episcopale straordinaria e con opere di eccezionale profondità teologica e filosofica, e pose le basi del Cristianesimo con la sua potente riflessione sui temi della Grazia, del male, della Trinità, dell’escatologia, della Redenzione, dell’ascetica, della mistica. In Agostino – ogni anno momento finale e glorioso della mia attività di docente di letteratura latina – c’è tutto, amore, pentimento, ricerca interiore, qualità morali, preghiera. Per la vastità dell’ingegno e delle opere (La città di Dio, le Confessioni, De doctrina Christiana, De Trinitate su tutte) al di là anche degli aspetti religiosi, Agostino d’Ippona è uno dei pilastri della cultura di ogni tempo. 

“Egli rimane un pensatore e uno scrittore, al quale le ripetute attestazioni del magistero e la stima continua dei teologi posteriori – tra essi non ultimo s. Tommaso – hanno conferito una particolare autorità. Questa, se non autorizza nessuno a preferirne l’insegnamento a quello della chiesa (Denzinger 2330), non consente neppure, d’altra parte, di metterne in dubbio l’ortodossia o di negarne il servizio incomparabile reso alla chiesa stessa e alla civiltà cristiana.

Che il suo insegnamento sia stato interpretato lungo i secoli in maniere tanto diverse non è segno di oscurità: Agostino non è un autore oscuro, ma neppure un autore facile. Non è facile per molte ragioni: per la profondità del pensiero, per la molteplicità delle opere, per la vastità delle questioni affrontate e il modo differente di affrontarle, per la diversità del linguaggio e qualche volta l’incertezza propria dei grandi iniziatori, per l’evoluzione del pensiero stesso e la mancanza di sistemazione; e anche, in ultimo, per i limiti che esso, come ogni pensiero umano, possiede. Solo chi riesce pazientemente a superare queste difficoltà troverà il vero Agostino, quello degli scritti, quello della storia, molto più ricco e più armonioso di quanto non appaia attraverso frettolose interpretazioni o agostinismi di moda”. (Da Da Cathopedia, l’enciclopedia cattolica).

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