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San PietroSi è tenuta la prima udienza del processo vaticano relativo all’ormai famoso caso dei corvi. In questo processo sono coinvolti , secondo l’accusa, anche i due giornalisti italiani Nuzzi e Fittipaldi ritenuti corresponsabili  in concorso del reato di divulgazione del segreto di ufficio. La Fede Quotidiana ha voluto ascoltare su questo punto cosa ne pensa, sia a livello tecnico, che di credente, un magistrato di lungo corso: il dottor Alberto Di Pisa, Procuratore della Repubblica a Marsale e, ironia della sorte, ingiustamente accusato nel 1989 di essere il “ corvo” nel Palazzo di Giustizia di Palermo, accusa infamante dalla quale uscì pienamente scagionato.

Dottor Di Pisa, trova conforme alla legge che i due giornalisti siano accusati in concorso del reato principale?

“Allora: bisogna fare una doverosa distinzione tra l’ ordinamento giuridico vaticano e quello italiano. Dal punto di vista vaticano, se provata, l’ accusa è giusta. Infatti in quello stato il giornalista non ha la possibilità di avvalersi del segreto delle fonti. In Italia avviene il contrario. Se, per esempio, un giornalista pubblica materiale riservato del mio ufficio, io lo convoco, gli chiedo come e da chi ha ricevuto la documentazione, ma se oppone il segreto professionale non posso agire. Questo serve, secondo il legislatore, a tutelare la libertà di informazione. In tutto questo esiste un piccolo però..”.

Quale?

“ Se dimostro che il materiale  della fuga è stato oggetto di commercio, cioè è stato venduto e qualcuno, penso ai giornalisti, lo ha comperato, può scattare l’ accusa di ricettazione avendo anche il materiale documentale valore patrimoniale come fosse un’auto rubata. Guardi che io sto facendo una ipotesi di scuola e non dico che i due giornalisti siano scivolati nella ricettazione, mi raccomando. Poi l’ ipotesi della ricettazione è anche molto difficile da provare in casi del genere, le due parti, sia chi compra che chi vende hanno interesse a tacere e non divulgare il patto”.

Corrono rischi di carcere i due giornalisti?

“ Ma scherziamo, tutto per loro finirà senza problemi anche nel caso di condanna. Anzi mi sento quasi di escludere conseguenze effettive, perchè loro sono cittadini italiani. Anche fossero condannati, il Vaticano dovrebbe chiedere l’estradizione all’ Italia e siccome quel reato, quello per cui si procede contro Nuzzi e Fittipaldi in Italia non è previsto, l’ estradizione non verrà concessa dalla Corte di Appello.  Io non la darei non per simpatia, o solidarietà, ma per un motivo tecnico”.

Da Magistrato, secondo lei, qual è il motivo dietro la fuga di notizie?

“ Ho formulato due ipotesi che reputo entrambe valide. La prima quella di un piano contro la credibilità della Chiesa, tipo guardate come sono corrotti. Colpendola nel cuore. Una seconda ipotesi mi porta a credere che possa anche esserci un intento di aiuto al Papa, un aiuto noni chiesto, tuttavia dai libri la figura del Papa effettivamente esce bene. Si possono leggere le cose in due modi distinti”.

Dal punto di vista morale, che valutazione attribuisce?

“Pessima. Siamo davanti ad un fatto bruttissimo, una pagina orribile  se si arriva persino a registrare clandestinamente la voce del Papa. Il fatto merita un’ aggravannte etica perchè commesso da uomini di Chiesa. Da credente e non da magistrato, sono scosso e sconcertato”.

Bruno Volpe

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