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“Nella considerazione del governo, ne prendiamo atto, la chiesa vale meno del supermercato”: lo afferma in questa intervista che ci ha rilasciato, il Magistrato dottor Alfredo Mantovano, vice presidente del Centro Studi Livatino.

Dottor Mantovano, ha seguito la vicenda del sacerdote cremonese al quale le Forze dell’Ordine hanno impedito la celebrazione della messa interrompendo. Che cosa ne pensa?

“Su questo punto, la Livatino si è espressa. Ci sono delle norme e vincoli costituzionali, come la libertà di culto, che non possono essere scavalcati o abrogati da decreti, che hanno anche arbitraria e discussa interpretazione anzi..”.

Anzi?

“L’ ultimo decreto dice che si può accedere ai luoghi di culto e dunque uscire di casa nel rispetto della normativa. Nel caso di Cremona la chiesa aveva capacità di 500 metri quadrati e alla celebrazione appena 13 persone distanziate: mi dite qual assembramento è mai questo. Non lo era era, semmai una riunione. Il caso della messa interrotta dimostra scarsa attenzione al diritto costituzionale di culto e della libertà religiosa che evidentemente non è considerata importante”.

Le pare che sia una normativa autoritaria in generale?

“Effettivamente noto un eccesso di zelo applicativo e troppa insistenza nell’ordine del rimanere a casa, e sicuramente una discutibile discrezionalità applicativa ed operativa da parte delle Forze dell’ Ordine. Ritengo che sia pur in presenza di una emergenza sanitaria, che esiste, occorre sempre un bilanciamento tra valori costituzionali e qui quello di culto è stato totalmente compresso alla pari di quello di movimento personale”.

La Chiesa?

“Nella considerazione applicativa del governo vale meno di un supermercato. Se fuori ai negozi si formano file di trenta persone distanziate, non vedo perché la stessa o minore quantità di persone in chiesa sia motivo di contagio o assembramento”.

Bruno Volpe

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